di Leonardo D’Agostino
Sono giorni di passione per la formazione professionale, una via crucis. Sul banco degli imputati l’Avviso 20-11. Famigerato “mega” bando voluto dalla LAC (Lombardo-Albert-Centorrino). L’Avviso 20, infatti, disponeva di una ingente dotazione finanziaria, ben 286.602.073,00 a valere sul PO FSE, Asse II Occupabilità per l’anno 2012, mentre per le successive edizioni (2013 e 2014) le risorse del FSE potevano essere integrate da altre risorse a valere da fondi nazionali, regionali e comunitari. Certo è una bella cifretta! Ma in linea con quanto, nei precedenti anni, si è stanziato per la formazione professionale sul bilancio regionale.
Ma cosa c’è dietro a questo bando? Ma cosa avrà mai di tanto spregevole da essere etichettato come il vecchio, il marciume, l’incompetenza, il fallimento? Eppure, le premesse sembravano buone. L’avviso 20 era stato presentato come lo sparti acque, introduceva importati novità atte a prevenire le truffe, lo sperpero, etc. Vediamo allora di capire quali erano queste novità e perché non piacciono al Presidente Crocetta e all’Assessore Scilabra.
Tutto inizia con i criteri di partecipazione al bando. Infatti, l’avviso 20 introduce due importanti criteri di selezione: il primo, basato su un criterio proporzionale di redistribuzione delle ore a ciascun Ente a cui si faceva riferimento alle esperienze pregresse 2009-2010-2011, limitando, così, la possibilità di ampliare il monte ore in capo ad un Ente o di finanziarne di nuovi; il secondo, invece, si basava sulla qualità dell’offerta formativa, in base alle risorse umane impiegate nel progetto, calcolando quindi le esperienze professionali e didattiche di ogni formatore utilizzato , quindi, minore esperienza minore punteggio in graduatoria. Inoltre, le dichiarazioni sul personale impiegato, essendo criterio di valutazione da parte dell’Amministrazione Regionale, sarebbero state vincolanti per l’Ente ed in caso si sostituzioni con personale di minore esperienza, si sarebbe applicata una sanzione pecuniaria, detta decurtazione.
Ulteriore, indice premiale era la presenza di corsi per la formazione di figure professionali relative ad alcuni settori, detti prioritari, ed individuati dall’Amministrazione (Energie rinnovabili, Trattamento e riutilizzo dei rifiuti, Valorizzazione delle risorse naturali e culturali, Agroalimentare e marketing prodotti agricoli). Attenzione, prioritari e non innovativi, come invece ha affermato l’Assessore Scilabra in una sua intervista a LiveSicilia, in cui screditava la qualità dell’offerta formativa poco orientata verso tali settori, etichettando negativamente l’offerta formativa dell’avviso 20. Infatti, facendo un esempio, secondo i criteri dettati dall’Avviso, un corso per programmatore di App non è prioritario, ma di certo non si può considerare poco innovativo. Forse, da parte dell’Assessore Scilabra o del suo entourage, una svista, forse, dovuta ad una lettura frettolosa e poco approfondita dell’Avviso.
Ma è sotto il profilo economico e quali-quantitativo dell’offerta, che l’Avviso 20 introduce le novità di maggior rilievo, con una serie di regole che coinvolgono ogni aspetto della gestione dei corsi: dalle fasi di reclutamento del personale a quello degli allievi, dalla pagamento delle indennità allievi all’utilizzo dei formatori, etc. Tutte queste regole prevedono una decurtazione del cosiddetto UCS (unità di costo standard). Il concetto è semplice, si parte da un costo di partenza (che per l’avviso 20 fissava in 129€/ora) e poi man mano che vengono rilevate le irregolarità si procede alla diminuzione percentuale dell’UCS.
Ecco alcuni esempi:
– Riduzione degli allievi del corso sotto i dieci? Decurtazione di 1/15 del UCS per ciascun allievo sotto al di sotto.
– Sostituzione di docenti con altri di livello inferiore? Decurtazione dal 15% al 60% (dipende dalla difformità) per ogni ora svolta dal formatore con caratteristiche inferiori.
– Carenza della documentazione relativa al personale docente (assenza di cv, assenza lettera di incarico firmata, ecc.) ? Decurtazione del 30% del UCS per ogni ora svolta dal formatore in carenza di documentazione.
– Violazione delle norme sulla pubblicizzazione e promozione dell’operazione? Decurtazione del 10% dell’UCS.
– Carenza della documentazione relativa all’utilizzo dei materiali di consumo e/o didattico? Rispettivamente, decurtazione del 3% e del 10% dell’UCS.
– Realizzazione parziale delle attività accessorie non formative (orientamento, auto-valutazione, etc.)? Riduzione del 5% dell’intero finanziamento.
Inoltre, è previsto un inasprimento dei controlli sui corsi da parte dell’Amministrazione, nel corso dei quali sarà somministrato agli allievi un questionario di gradimento da compilare in forma anonima, e se dovessero emergere criticità rilevanti, sono previsti controlli ancora più pesanti.
Ma si sa! La Formazione Professionale è regno del clientelismo… sarà qui l’inghippo? E invece no! L’Avviso 20 pensa anche a questo, e in che modo?
Blocca la possibilità di applicare contratti a tempo indeterminato, ed impone, agli Enti che necessitano di personale esterno, di attingere dagli elenchi della mobilità, e nel caso in cui non ci fossero figure professionali con le caratteristiche richieste, si deve procedere con una la pubblicazione di apposito bando, con l’obbligo di affiggerlo presso gli Uffici regionali competenti (UPL, CPI, etc), darne massima visibilità, e se non bastasse, di pubblicarlo sul sito internet del Fondo Sociale Europeo Sicilia (www.sicilia-fse.it). Una procedura analoga è prevista per il reperimento e selezione degli allievi che desiderano frequentare il corso di formazione.
Ultima novità introdotta nel corso dell’ultimo anno formativo, è la piattaforma informatica Faros. La piattaforma permette alla Regione Siciliana di controllare in qualsiasi momento una serie di informazioni sui corsi in itinere. Infatti, gli Enti hanno l’obbligo di implementare con regolarità, pena le solite decurtazioni, una serie di informazioni sul corso che vanno dalle procedure di selezione ai contratti del personale, dalla presenza giornaliera degli allievi alla scansione della pagina di registro. Mediante la piattaforma Faros la regione siciliana sa praticamente in tempo reale quali sono i corsi che si stanno svolgendo, quante ore hanno realizzato, dove vengono svolti, chi ci insegna, quali sono gli allievi, quante assenze hanno fatto, etc. Un sistema, quello di Faros, che non ha precedenti sia nel settore della formazione professionale e sia in quello dell’istruzione scolastica. Ma è notizia di questi giorni che la piattaforma ha smesso di funzionare, anzi è letteralmente scomparsa dal web!
Insomma, sembrerebbe che la rivoluzione sia iniziata prima dell’avvento di Crocetta!!!
Procedure di decurtazione, blocco degli enti, blocco delle assunzioni, procedure ad evidenza pubblica, sistemi informatici, decurtazioni per chi fa il furbo… Ma, allora dove sta il problema?
C’è in effetti qualcosa che nell’Avviso Pubblico n.20 non va. Ed è da ricercare proprio nelle sue battute iniziali, e precisamente nell’Art.5. dell’Avviso, “Durata e risorse finanziarie”. Quindi il tutto si riduce a due questioni: uno economico e l’altro temporale. La prima in effetti, è un po’ controversa, perché ci sono due versioni dei fatti: una è quella del Dirigente Generale di allora, Ludovico Albert, che pubblicamente ha reso un memoriale in cui ricostruisce per filo e per segno come avrebbe trovato le risorse per la copertura finanziari del triennio; l’altra, un po’ meno dettagliata, è la versione dell’attuale governo che senza specificare bene, dice che i soldi (286mln) non ci sono! Poi, però, presenta il patto di coesione (700 mln) di cui ben 286 mln sono per la formazione professionale a cui si potrà accedere attraverso nuovi bandi. Ma non è che stiamo parlando degli stessi soldi?
La seconda questione, quella temporale, è un’altra materia spinosa, specialmente al livello politico. Difatti, l’avviso 20, congela il settore della formazione professionale per un triennio, un periodo troppo lungo per il mondo della politica. Quindi, chi è oggi a capo dell’Assessorato della Formazione ed Istruzione, almeno per il triennio, è ridotto ad un mero “passa carte”, senza poter rimescolare il mazzo. Una fetta, quella della formazione, troppo golose per essere conservate nel frigorifero per tre lunghissimi anni. Ed ecco allora partire la campagna di diffamazione, di destabilizzazione del settore, dei lavoratori, degli Enti, etc.
Tutto questo rumore, allora, è forse finalizzato a ricominciare tutto d’accapo? Sarà questo, allora, il vero problema dell’Avviso 20, dura troppo?
Sono domande che troveranno presto una risposta. Ormai le attività formative del 2012 sono giunte alla loro conclusione. Il governo in un modo o nell’altro dovrà prendere una decisione oppure dovrà fare i conti con un emergenza sociale senza precedenti per la regione siciliana, con oltre 8.000 dipendenti senza lavoro
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La politica messa sotto scacco dallo strapotere discrezionale degli enti gestori ( privati ) che ricevono ingenti risorse per garantirsi discrezionalmente la loro gestione…privilegiando amici e parenti e simpatizzanti escludendo gli altri..
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Si, veramente bello, serio ed innovativo l’avviso 20. Soprattutto le l’assistenza tecnica ed il superamento di slancio di 4 o 5 leggi che non si aveva la forza di modificare.E’ bastato “dimenticarle” tra il sonno delle procure e della politica, instillato anche alle vittime ( il personale) dai loro nuovi carnefici travestiti da protettore del povero: i sindacati.
chi ha avuto nel passato le mani nella ricca marmellata della formazione è logico che la si difende , la formazione la debbono fare scuole pubbliche con insegnati presi da graduatorie pubbliche ,non dalle segreterie dei politici dell casta corrotta