"I sottoscritti Consiglieri Comunali di Favara – scrivono Bennardo, Dalli Cardillo, Ceresi, Sgarito, Lupo, Scalia, Palumbo, Di Stefano, Broccia – condannano le affermazioni fatte dal sindaco in Consiglio Comunale, ritenendo la massima assise cittadina un circo. Prende le distanze dall'atteggiamento scorretto e irriguardoso nei confronti del Presidente del Consiglio. Chiedono chiarezza rispetto alle infamanti affermazioni che "undici firmano e tre pigliano".
Il sindaco, dal canto suo, non mancherà, nella seduta di domani sera, di chiarire facendo i nomi dei consiglieri comunali che hanno ottenuto qualcosa da Girgenti acque, viceversa si rischia che il dubbio e il sospetto si allarghi a macchia d’olio coinvolgendo tutti i consiglieri e andando oltre.
Il paese è sempre il paese e se a qualcuno scappa una fesseria, quella rischia di trasformarsi in un una sorta di verità incontestabile. Ci vuole poco, per fare un esempio, nel dire che il sindaco abbia ricevuto, pure lui, qualcosa da Girgenti acque. Cosa questa impossibile dal verificarsi realmente conoscendo e apprezzando la dirittura morale del sindaco. A Favara ne parlano tutti, un santo. Malgrado la sua riconosciuta onestà, trasparenza, integrità e chi più ne ha più ne metta, una simile eventualità, meriterebbe di trovare chiarimenti.
E’, comunque, necessario spiegare, anche in considerazione dell’appello a mantenere i toni bassi fatto dallo stesso Manganella. Delle due, una. Non si può, da un lato, chiedere di smetterla di fomentare gli odi e, dall’altro, offendere e praticare la cultura del sospetto. Se qualcuno “ha pigliato” la città deve conoscere il nome di chi ha pigliato e cosa ha pigliato, specie se chi ha dato sia stata Girgenti acque.
E’ grave il solo pensare che mentre i cittadini subivano il taglio della presa idrica, il sindaco o i consiglieri potessero ricevere “benefici” da Girgenti acque in modo diretto o indiretto. E’ necessario chiarire.
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Io invece vorrei sapere come è finita con l’ultima seduta del consiglio quando i consiglieri hanno chiesto la questione della casa di proprietà del sindaco, dato che il sindaco ha chiesto che il verbale venisse mandato alla procura della repubblica, hanno denunciato il sindaco o il sindaco ha querelato loro? Piuttosto di pensare al niente e alle accuse reciproche vedete di lavorare perché oltre alle parole qua non si fa niente avete stancato una città soprattutto voi consiglieri
Un consigliere comunale durante l’ultima seduta del Consiglio comunale, fuori dall’ufficialità dello scranno quando si discuteva sulla formazione di una commissione tecnico-politica per valutare i danni delle strade in prossimità delle saracinesche della rete idrica, o dei pozzetti, o della rete fognante, indicando un suo collega ha detto sostanzialmente questo: “ora bonu! si chistu parla ancora mi susu e ci dicu ca iddru nun po’ parlari, perchè incappa nel coflitto d’interesse”. Mi è sembrato di capire che il consigliere difendeva o quantomeno “non offendeva” ( nel senso di combattere) la società incriminata perchè “ci aviva qualcunu”.
Ora vegnu e mi spiegu!
Siccome chi sta lavorando x la società di che trattasi (che è una società privata) non ha vinto un concorso pubblico, ma è stato assunto “ad personam”, non mi scandalizzo più di tanto se un sindaco, un assessore, un consigliere abbia “segnalato” un parente. Si avi bisognu di travagliari, megliu iddru ce nandru.
Anche i parenti dei politici hanno diritto a lavorare, ci mancherebbe.
Ma questo non vuol dire che il politico “segnalatore” o “beneficiario” per il fatto di aver ottenuto non debba fare il suo dovere.
Ovvero invece di fare gli interessi dei cittadini che lo hanno eletto, fa i suoi interessi, quelli dei suoi familiari, ed ancor peggio quelli della società che ha dato il benefit.
Non so se mi spiego.