Massimo Centineo, che non è il sindaco, non è assessore o consigliere comunale, alcuni giorni fa ragionava e affidava ad un comunicato stampa la soluzione al randagismo, problematica per la quale da due anni non si è fatto nulla. Sull’argomento, oggi si è consumato un incontro, uno dei tanti che si fanno in occasione del verificarsi del danno già annunciato, dove ogni componente politica con i verbi al futuro ha annunciato azioni. Si è tra l’altro detto di coinvolgere l’Asp per la sterilizzazione dei cani.
Hanno parlato, parlato e parlato. A fronte di un fiume di parole c’è un cittadino che dice cose semplici e fattibili. Ci mette la pratica del buon padre di famiglia, quella che ci fa andare avanti nella vita. La pratica piuttosto delle infinite teorie che ricordano la storiella di un gruppo di studiosi e scienziati che discutevano e si confrontavano sulla questione se pesasse di più un pesce vivo o un pesce morto. Ognuno di loro si affannava a dimostrare la propria tesi. Ad un certo punto del dibattito, quando non si arrivava ad una conclusione condivisa, si alzò un semplice spettatore che non era scienziato e nemmeno studioso chiedendo di pesare prima il pesce da vivo e dopo da morto. Aveva lo stesso peso.
Ecco cosa sostiene Massimo Centineo.
“Attualmente i cani senza padrone accalappiati sul territorio – circa una settantina – sono stati costantemente ospitati presso il canile rifugio di Caltanissetta, a fronte di una retta quotidiana di 3,11 euro per cane. La spesa annuale per deferire gli animali presso tali strutture supera, dunque, i 78mila euro l’anno, salvo spese extra che tuttora sconosciamo perché non si è potuto ancora leggere la convenzione che c’è in atto tra Comune e canile.
La realizzazione di un parco canile pubblico in città comporterebbe un risparmio enorme, poiché la spesa sarebbe contenuta nei costi vivi di gestione: circa 2 euro al giorno per cane. Senza contare che la stessa realizzazione del parco canile sarebbe cofinanziata al 50 per cento da fondi regionali.
Questo senza trascurare il fatto che la creazione di un centro cinofilo d’eccellenza, in linea con i migliori standard europei, comprensivo al suo interno di diversi servizi, non solo realizzerebbe quelle condizioni di benessere per gli animali che lo stesso ordinamento giuridico prevede, ma andrebbe a sviluppare tutta una serie di servizi ad oggi inesistenti. Una possibilità, ad esempio, è quella di riservare degli spazi allo stallo temporaneo, per la pensione a prezzi popolari, il che permetterebbe ai proprietari dei cani, in caso di necessità, di affidarli per brevi periodi in mani sicure, senza spendere una fortuna. Altri vantaggi potrebbero derivare dalla fornitura, a chi adotti un cane di canile, di prestazioni agevolate dell’ambulatorio veterinario interno; o dallo svolgimento di attività di formazione per i padroni nella gestione ed educazione dei propri cani, di corsi di psicologia canina e di attività di pet-therapy. Un’ulteriore idea è emersa a favore della costruzione, spazio permettendo, di un cimitero per gli animali d’affezione, cani, gatti e non solo.
All’avvio di una nuova politica di tutela degli animali pubblici, andrebbero ad affiancarsi, naturalmente, anche campagne di sensibilizzazione contro l’abbandono e per l’adozione in canile, nonché di incentivazione alla sterilizzazione e inserimento del microchip, misure, queste ultime, che nel giro di pochi anni porterebbero il problema del randagismo a fenomeno marginale, con ricaduta positiva anche sulla vivibilità e sulla sicurezza pubblica. Senza contare, naturalmente, i positivi risvolti culturali e la tanto attesa vittoria, finalmente, di una battaglia di civiltà”.
Suggerimenti semplici e intelligenti, destinati a non essere ascoltati dalla politica locale.
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