I lavoratori della polizia di stato aderenti a Coisp e a Silp Cgil faranno volantinaggio davanti Questura e Commissariati.
Questo il testo del volantino.
“Egregio Ministro,
il processo di revisione della spesa pubblica volto a migliorare l’efficienza e l’efficacia dell’apparato statale nella gestione delle risorse, a tutti noto come “spending review”, sta riversando i poliziotti che operano nel territorio agrigentino in uno stato di profondo sconforto.
Ed invero, i continui tagli subiti dalla nostra Amministrazione oltre a demotivare il personale tutto, rendono estremamente arduo vigilare adeguatamente su un territorio ad alta densità criminale che oggi risulta essere interessato, altresì, da continui sbarchi di migranti.
A tale ultimo riguardo, queste O.S. intendono rappresentare che, a causa delle forti immigrazioni di massa cui assistiamo quotidianamente, è temibile un ritorno di malattie oramai scomparse e contro le quali non siamo adeguatamente tutelati, né tantomeno in possesso di vaccinazioni che, come nel caso del virus dell’ebola, sarebbero necessarie per fermare epidemie di vasta entità.
È chiaro che non possa essere escluso il rischio che tali virus varchino le porte del nostro territorio e, conseguentemente, queste O.S. auspicano che Ella si impegnerà nel garantire al meglio la salute e la serenità dei colleghi.
Qualche giorno fa, ad esempio, si è diffusa la notizia di un numero imprecisato di Militari impiegati nella missione “Mare Nostrum” che sono risultati positivi al test della TBC.
Il dato che emerge è preoccupante e non favorisce, di certo, la serenità degli operatori di Polizia, giornalmente impiegati a fronteggiare un esodo di migranti mai visto prima.
Occorre, al riguardo, precisare che ai sensi del D.lgs. 81/2008 e successive modifiche è obbligatoria, per i datori di lavoro, la valutazione dei rischi: si tratta della valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell’ambito dell’amministrazione in cui essi prestano la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza sul posto di lavoro. Le Precauzioni standard di prevenzione a cui il dipendente si deve attenere nell’espletare il servizio a rischio biologico (diramate nell’ultima circolare dell’ufficio Sanitario Provinciale), parlano dell’utilizzo di “DPI” ovvero dei Dispositivi di Protezione Individuale quali guanti, sovracamici, mascherine chirurgiche, schermi facciali, maschere filtranti, che vanno differentemente indossati in base al tipo di esposizione e al rischio previsto.
Giova precisare che di tali dispositivi viene fornita agli operatori una minima parte e per lo più con il contagocce e, addirittura, con standard non conformi alle prescrizioni del D. Lgs. 81/2008.
Un esempio: le mascherine di tipo chirurgico, che vengono assegnate attualmente agli operatori, non rientrano tra i dispositivi “DPI” (come da Circolare del Ministero della Sanità) e quindi, non proteggono l’agente operante dai rischi derivanti dal tipo di servizio in questione. Ciò posto, i suddetti tagli si sono fortemente riverberati non solo sul fronte dell’immigrazione ma anche sui Comuni di Palma di Montechiaro, Porto Empedocle e Licata, dove la carenza di organico e di mezzi provoca, in alcuni casi, la totale assenza della volante sul territorio.
Sulla questione occorre, altresì, sottolineare che i dirigenti dei Commissariati di P.S. e il Questore degli uffici anzidetti, costantemente impegnati nell’assicurare il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica, si trovano in evidenti difficoltà e non possono in alcun modo sopperire a tali carenze originate esclusivamente da scelte politiche nazionali.
Bisogna, altresì, sottolineare che nel territorio agrigentino gli operatori di P.S. devono fronteggiare, accanto al significativo deficit di personale, ulteriori disagi, primo tra tutti quello inerente alla grave carenza igienico-sanitaria in cui vertono i relativi uffici, alla mancanza di fondi per pulire gli automezzi nonché di condizionatori d’aria, alla chiusura degli uffici di P.S. della PolMare di Porto Empedocle, di quelli della Polizia Ferroviaria di Canicattì ed infine della Polizia Postale. Ulteriormente, è d’uopo segnalare la vetustà dei materiali in loro dotazione (es. gli U-bot “caschi per l’odine pubblico scaduti”) nonché la carenza del parco auto, che pongono quotidianamente a rischio la sicurezza degli operatori.
Atteso quanto esposto, queste O.S. auspicano che Ella vorrà prontamente attivarsi al fine di risolvere i problemi che attanagliano gli operatori di P.S. della Provincia agrigentina”.
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