L’utenza ad Agrigento e Favara paga mediamente 260 euro l’anno, a Cianciana 94,06 euro, ad Alessandria 118 euro, Bivona e Santo Stefano di Quisquina 120 euro l’anno.
Più si tenta di capire cosa accade nella nostra provincia con il servizio idrico e più ci si rende conto che la politica e i politici hanno costruito, negli ultimi quarant’anni, un mostro che succhia sangue all’utenza a fronte di un servizio inadeguato. E come se avessero puntato solo ad arricchirsi ai danni dei cittadini.
Centinaia e centinaia di milioni di euro bruciati, dall’immediato Dopoguerra ad oggi , senza raggiungere il traguardo di un approvvigionamento h24 per gli utenti. E se l’utenza sta male, la stessa cosa non si può dire su chi politicamente è stato nella stanza dei bottoni, con compensi e costi di conduzione che sono stati una vera e propria esagerazione in termini di spesa pubblica. Una pioggia di soldi che non ha dissetato gli agrigentini, ma che avrà arricchito qualcuno.
La stessa costituzione degli Ato voluta dal legislatore nel 1994, ad Agrigento ha avuto un destino diverso e singolare rispetto ad altri territori.
L’Ato idrico doveva garantire in tutta la provincia la stessa qualità e lo stesso costo del servizio, ed invece… Ed invece, 27 comuni hanno consegnato le reti idriche a Girgenti acque, mentre in 16 si sono rifiutati di farlo. Ogni città ha, poi, una sorta di esclusiva sui tempi di erogazione del prezioso liquido. In alcune è a giorni alterni, in altre ogni due giorni, ogni tre, quattro, cinque, tutte, ad ogni modo, diversificate. Stesso discorso vale per il costo a carico dell’utenza. Ad Agrigento e Favara, che hanno consegnato le reti idriche a Girgenti acque, è mediamente di 260 euro all’anno, nella fascia bassa. Più fortunati sono i cittadini dei Comuni che si sono rifiutati di essere gestiti da Girgenti acque. Facciamo qualche esempio. A Cianciana il costo a carico dell’utente nel 2013 è stato di 94,06 euro all’anno, ad Alessandria di 118 euro circa, Bivona circa 120 euro e lo stesso per Santo Stefano di Quisquina. Qualcuno potrà sostenere, sbagliando, che in questi comuni si paga molto di meno perché hanno nel loro territorio le fonti dell’acqua distribuita in buona parte della provincia. Sbagliando perchè, ovviamente, l’acqua è di tutti. In realtà la differenza sui costi all’utenza, più della presenza nel territorio delle sorgenti, la fa Girgenti acque. Pagano di più i cittadini serviti da Girgenti acque.
Una delle principali cause è il costo dell’organizzazione della Spa che gestisce il servizio. Organizzazione che Girgenti acque ha dovuto darsi in ragione dei 43 comuni da servire, mentre il passaggio è stato fatto solo da 27 città.
E poi la storia continua con l’inascoltato referendum, con una politica che non ha progettualità e non prova imbarazzo a fronte di un servizio che doveva essere perfettamente identico in tutta la provincia nei costi e nella qualità dell’erogazione ed invece nulla o quasi è cambiato all’ombra dei Templi.
Sicilia ON Press. Tutti i diritti riservati. Testata giornalistica registrata al Tribunale di Agrigento al n. 314 del 10/01/2013. Direttore: Franco Pullara. Società editrice: SE.CO.FORM. S.R.L.
Sito creato da Salvo Vinciguerra Architetto.
Nessun commento
E mentre l’ex amministratore delegato e tutt’ora azionista di Girgenti Acque, nonché, come detto, neo presidente dell’ANCE agrigentina, Carmelo Salamone, tornava a denunciare pesantemente Girgenti Acque, non più di dieci giorni fa, l’ingegnere favarese Giuseppe Carlino si dimetteva dalla carica di direttore generale con delega agli investimenti.
E tutto ciò capita mentre la Procura della Repubblica di Agrigento sta indagando per il grave inquinamento ambientale provocato lungo i litorali agrigentini, da un altro ex amministratore delegato, sempre di Girgenti Acque, il catanese Giuseppe Giuffrida.
Infatti, se gia’ nelle normali societa’ commerciali gli amministratori hanno l’obbligo di amministrare secondo principi di economicita’, a maggior ragione, nella Girgenti Acque Spa, per le caratteristiche specifiche della societa’ che gestisce il servizio idrico sostenendo i costi che,sostanzialmente, determinano la tariffa da applicare ai cittadini, detti principi di economicita’ devono essere applicati col massimo rigore.
Da qui la richiesta di verificare tutte le operazioni commerciali poste in essere dalla societa’, ed in particolare quelle con le societa’ correlate, anche per scongiurare il semplice dubbio di antieconomicita’ della gestione”.
Sono accuse gravissime destinate ad allarmare i cittadini utenti di Girgenti acque. E non finisce qui, ché Salamone non si risparmia di scendere nei particolari.
“A titolo esemplificativo – continua Carmelo Salamone – e non certo esaustivo, parrebbe che la societa’ ha acquistato nel 2013 circa 90.000 contatori direttamente da societa’ correlata senza ricorrere ad alcuna procedura che potesse garantire l’economicita’dell’acquisto.
Economicita’ appunto che puo’ essere garantita non dalla semplice comparazione delle singole operazioni con operazioni analoghe precedenti, ma solo ed esclusivamente dalla adozione di procedura che garantisca pubblicita’ e pluralita’ nella parteciapazione da parte dei potenziali fornitori.
Nell’esprimere, quindi, voto contrario – conclude Salamone – alla approvazione del bilancio 2013, con riserva di ogni ulteriore iniziativa ed azione a tutela della societa’e della mia partecipazione sociale, chiedo agli organi preposti di vigilare e relazionare su quanto sopra segnalato”.
Il bilancio, dicevamo, alla fine è stato votato favorevolmente dal 51 % delle quote azionarie. Assenti il Consorzio del Voltano e da Delta Ingegneria. In pratica Campione approva Campione.
Girgenti Acque: povera vittima! “Ha dovuto organizzarsi per servire 43 comuni, invece ne serve 27”. Articolo fazioso e tendenzioso. Girgenti Acque ha assunto personale, di cui magari non aveva bisogno, in cambio di benedizioni politiche.E questo è un costo indebito. In quanto SpA carica la tariffa di una quota che costituisce il profitto; elemento non contemplato nella gestione pubblica, per cui la tariffa è più bassa per definizione.