Una farmacista di Favara scrive al Prefetto per il riconoscimento del suo diritto.
Nei Palazzi si dice una cosa, fuori si fanno cose diverse. E così se a Roma Renzi parla di “semplificazione”, uno dei cavalli di battaglia del presidente del Governo che vuole snellire la burocrazia e liberare l’economia italiana da troppi vincoli, la de-burocratizzazione dell’Italia è il progetto cardine di crescita promosso in Europa, all’esterno del Palazzo la ventata di novità non si accoglie e si rifiuta. Il potere periferico oppone una sorta di resistenza come se non volesse rinunciare alla sua supremazia sul cittadino. Migliaia sono le storie che raccontano una burocrazia in rotta di collisione con l’esigenza dei cittadini e, in particolare, degli operatori economici di velocizzare, snellire e avere certezze immediate.
Noi desideriamo raccontarvene una di queste vicende, iniziata tre anni fa e ancora non conclusa. Non si tratta del ponte sulla Stretto, ma di una autorizzazione al trasferimento di farmacia.
“Nel Gennaio del 2010 – scrive nella sua lettera al Prefetto di Agrigento, la dottoressa Assunta D’Anna, legale rappresentante della farmacia “San Caloiru Picciulu” – acquistavo dalla dott.ssa ARCURI Filippa la Farmacia all’insegna “Centrale” sita in Favara (Ag) in pieno centro storico.
Purtroppo, dopo aver effettuato l’acquisto, venivo a conoscenza che vi era in atto una procedura di sfratto esecutivo dei locali della Farmacia, promossa dal proprietario”.
A fronte dello sfratto la protagonista della nostra storia va alla ricerca di “nuovi locali idonei nella zona di pertinenza della sede farmaceutica e nel rispetto della normativa vigente tenendo conto sia della pianta organica e sia del rispetto della distanza minima di 200 metri dalle altre Farmacie.
Purtroppo non sono riuscita a trovare alcun immobile idoneo, sebbene diverse agenzie immobiliari l’avessero ricercato lungamente. Per converso, le agenzie mi hanno proposto degli immobili perfettamente idonei ovvero con il rispetto di tutti i requisiti di legge nella “Zona Sud Ovest – Aldo Moro.”
Pertanto, con l’aiuto di un legale esperto in servizi sanitari e farmaceutici, l’Avv. Quintino LOMBARDO, mi sono adoperata a cercare una soluzione efficace al problema al fine anche di non subire il rilevante danno economico a seguito della richiesta di risarcimento avanzata dal proprietario innanzi al Tribunale di Agrigento per illegittima occupazione.
Quindi, in data 18 novembre 2011, inoltrai al Sindaco di Favara un’istanza di decentramento ex art.5 co.2 L. nr.362/1991, chiedendogli di poter spostare la Farmacia in una zona diversa da quella attuale (cioè dalla via Vittorio Emanuele n. 29 alla zona Aldo Moro). E ciò anche in considerazione del fatto che non solo nel tempo la consistenza demografica del Comune era notevolmente cambiata ma anche che la revisione della pianta organica, da farsi ogni due anni, risultava (ad oggi risulta ancora) non essere aggiornata da più di quindici anni.
Aggiungo che il decentramento richiesto è perfettamente conforme a quanto prescritto dalla normativa vigente e, nel merito, va a ricadere in una zona di insediamento abitativo della città che risulta priva di Farmacia, venendo così ad assicurare un importante servizio pubblico in un quartiere o zona che ne è priva.
Questa mia richiesta però non è stata mai presa nella dovuta considerazione dagli organi competenti ed in particolar modo dal Sig. Sindaco di Favara, il quale si è mostrato completamente indifferente e silente rispetto alle numerose sollecitazioni scritte effettuate dalla sottoscritta e non solo.
A tal proposito anche diversi consiglieri comunali, che hanno ravvisato nella mia istanza un beneficio per la collettività, interessavano il Sindaco con delle interrogazioni, senza ricevere risposta alcuna, così come anche non ricevevano risposta i servizi giornalistici dei media locali che evidenziavano la mancanza di servizio farmaceutico in quella zona.
Come se ciò non bastasse, la mia richiesta di decentramento farmaceutico, con insufficiente istruttoria, in violazione dell’art. 5, comma 2, della l. n.362/1991 è stata poi formalmente rigettata con carente motivazione il 30/04/2013”.
A questo punto si inizia il fiume di carte bollate, legali e Tribunali.
“Sono stata costretta – continua la dottoressa D’Anna – a rivolgermi al giudice amministrativo (il TAR Sicilia) e nonostante anche il TAR Sicilia mi abbia dato ragione (prima in data 06/09/2013 con un’ordinanza che sospendeva il provvedimento di diniego del Comune di Favara e poi in data 19/03/2014 con la sentenza definitiva che accoglie la fondatezza del mio ricorso, il Sig. Sindaco Manganella continua a non eseguire quanto ordinato e disposto dall’autorità giudiziaria. Anche l’ordine dei farmacisti della Provincia di Agrigento evita di intraprendere alcuna iniziativa utile alla risoluzione del caso scaricando l’esclusiva competenza agli uffici e organi del Comune di Favara.
Nemmeno la nota prot. n. 28802 del 27/06/2014 a firma del Segretario Generale del comune di Favara, con cui si sollecitava l’annullamento in autotutela del diniego all’istanza di decentramento ed il conseguente rilascio dell’autorizzazione al trasferimento richiesto, ad oggi, non ha avuto alcun esito”.
Tutto rimbalza sul muro di gomma del “potere” locale, comprese le sentenze del Tar e la nota del segretario generale dello stesso Comune.
E così, non resta che il Prefetto, il rappresentante del Governo di Roma, quello di Matteo Renzi che punta alla esemplificazione, alle risposte certe e immediate da parte della burocrazia.
“Non essendo ancora a distanza di tempo – conclude la dottoressa D’Anna – riuscita ad ottenere l’ottemperanza della sentenza TAR Palermo, mi rivolgo a Sua Eccellenza, nella qualità di Istituzione che rappresenta lo Stato nel territorio della provincia di Agrigento al fine di ottenere ed avere giustizia ovvero il riconoscimento e la tutela di un diritto e interesse mio e di tutta la mia famiglia.
Fiduciosa in un Suo tempestivo e autorevole intervento porgo deferenti ossequi”.
Non ci resta che augurare alla dottoressa e alla sua famiglia un in bocca al lupo, pur consapevoli che il lupo in questione è duro a morire. La dottoressa e la sua famiglia, dal canto loro, non possono arrendersi per via dello sfratto e la storia continuerà a colpi di carta bollata per arrivare al sospirato trasferimento e alle richieste di risarcimento del danno, ché il danno c’è.
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Tre anni, come se fosse un giorno, per il trasferimento di una farmacia
By franco.pullara5 Minuti di lettura
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SE ESISTE VERAMENTE UNA TALE ORDINANZA E SENTENZA DEL TAR, NONCHE’ LA NOTA DEL SEGRETARIO COMUNALE, E’ CHIARO, CHE IL SINDACO (RENZIANO) PERSEVERA IN ATTI E COMPORTAMENTI DEL TUTTO ILLEGITTIMI ED OMISSIVI, ESPONENDO IL COMUNE A UN DANNO ERARIALE CHE VA SEGNALATO ALLA CORTE DEI CONTI.
La domanda implicita sarebbe: quali interessi si celano
dietro questa inerzia dell’amministrazione di Favara?
L’ ASP e l’ordine dei Farmacisti perchè non si esprimono
sulla ottemperanza della sentenza del TAR ?
La domanda implicita sarebbe: quali interessi si celano
dietro questa inerzia dell’amministrazione di Favara ?
L’ ASP e l’ Ordine dei farmacisti perchè non si esprimono
sulla ottemperanza della sentenza del TAR ?
Secondo me, la farmacia sbaglia a rivolgersi al prefetto,forse, sarebbe meglio rivolgersi alla magistratura ordinaria.
Ho lavorato insieme alla dott.ssa D’Anna e condiviso progetti
tutti improntanti allo sviluppo economico sotto l’esclusivo
scudo della legalità. La conosco bene e so che non mollerà.
Sono convinta che continuerà per la sua strada, senza
guardare in faccia nessuno, contro coloro i quali hanno
vissuto di privilegi non meritati e di favori che mortificano i
diritti altrui, sempre pronta ad intraprendere qualsivoglia lotta,
affinchè possiamo rialzare la testa, insieme alla buona politica,
e vivere una stagione di concreto e normale rispetto di quelle
regole poste a presidio di ogni forma di legalità.
Ciò rappresenta un disarmante scenario di emergenza democratica più che amministrativa, dove ci si inventa “l’interpretazione autentica dei regolamenti ad personam”, non si rendono esecutive le sentenze del Tar e i provvedimenti del “proprio” Segretario Comunale, (L.G.)