“La Fondazione Teatro Pirandello è stata improvvisamente scongelata e rimessa in piedi in barba a quella che era la posizione espressa da Aula Sollano. Un fatto certamente grave”. A rilevarlo sono i consiglieri comunali Mpa Aurelio Trupia, Alfonso Vassallo e Riccardo Mandracchia e il consigliere Indipendente Angelo Vaccarello.
“Ancora una volta il Consiglio comunale – spiegano Trupia, Vassallo, Mandracchia e Vaccarello – viene bypassato, mortificato nel suo ruolo istituzionale. Fermo restando il rispetto per l’incarico che riveste, ma il Commissario straordinario non può autonomamente e arbitrariamente, senza sentire il dovere di interpellare l’organo democraticamente eletto, decidere sulle sorti di una struttura sulla quale pesa una inchiesta giudiziaria e sulla quale, per di più, il Consiglio comunale, ritenendola a ragion veduta una sorta di carrozzone inutile, aveva manifestato la volontà di procedere allo scioglimento, salvo poi soprassedere a seguito della posizione presa dall’allora assessore alla Cultura Maurizio Masone.
Lui si era assunto l’onere di sospendere formalmente ogni attività, con l’impegno di coinvolgere l’Aula nel caso fosse maturata un’idea diversa sul futuro della Fondazione. Noi eravamo fermi a quella decisione. E ufficialmente lo siamo ancora. Nessuno ci ha chiamati in causa, ci ha chiesto un confronto, ci ha aggiornati – aggiungono i quattro consiglieri comunali – tranne apprendere dagli organi di stampa che la dottoressa Giammanco ha proceduto, motu proprio, a rispolverare la Fondazione, facendo già comparire il logo sul cartellone della prossima stagione teatrale e andando a nominare anche il direttore.
Siamo dispiaciuti e preoccupati. Il Commissario venga a riferire in Aula. Il Consiglio comunale non può e non deve essere relegato a semplice luogo di ratifiche, così come avviene da qualche anno a questa parte per volere di chi detiene il potere esecutivo e di chi occupa posti di responsabilità all’interno della macchina burocratica di Palazzo dei Giganti. E’ arrivato il momento allora di dire basta, di fermare questa strategia che ci vede quasi sistematicamente subire passivamente scelte e decisioni scellerate di altri, molte delle quali, come anche nel caso dei tributi, finiscono per essere scaricate abilmente sul groppone di un Consiglio comunale ignaro, opportunamente tenuto allo scuro o messo con le spalle al muro” – concludono Trupia, Vassallo, Mandracchia e Vaccarello.
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