venerdì, 14 Novembre 2025
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    Sciopero generale Cobas: “Governo nazionale ed esecutivo Crocetta contro i lavoratori”

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    IL SINDACATO DI BASE CONTESTA LA POLITICA DEL LAVORO CHE PRECARIZZA I LAVORATORI, MORTIFICA GIOVANI, STUDENTI E IMMIGRATI. SI UNISCE ALLA PROTESTA IL COMPARTO DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE DERUBATO DA POLITICI E CLIENTELE. LA DICHIARAZIONE DI GALICI
    Palermo teatro dello sciopero generale del lavoro pubblico e privato organizzato dal sindacato di base Cobas.
    A partire dalle 9,30 e  per tutta la giornata di oggi  appuntamento a piazza Politeama di lavoratori, precari, immigrati, disoccupati, studenti e movimenti sociali per dire stop alla precarietà, per l’abolizione della legge Fornero, per adeguare i salari nazionali a quelli europei, per dire no al ‘Jobs act’, al ‘Buono scuola’ di Renzi e per difendere l’articolo 18 ed i diritti dei lavoratori.
    Anche i lavoratori della Formazione professionale hanno aderito all’iniziativa di protesta contro le scelte operate dal Governo regionale del presidente Rosario Crocetta che ha spinto 8000 operatori alla precarizzazione ed all’incertezza retributiva e lavorativa.
    “Siamo fortemente preoccupati – commenta Maurizio Galici, segretario regionale di Cobas Formazione professionale – per la drammatica situazione dei lavoratori della Formazione professione licenziati, sospesi senza retribuzione e con il futuro lavorativo a rischio”.
    Per il sindacato di base – sottolinea Galici – la lotta dei lavoratori della Formazione professionale è per tutti gli 8000 senza divisioni ed esclusioni e deve mirare a garantire una formazione vera e che si ponga fine alle scorribande dei politici e clientele che hanno rubato sul settore e ne hanno occultato la dignità e l’intervento sociale”.
    “Abbiamo sempre detto e sostenuto – aggiunge il responsabile regionale di Cobas Formazione professionale – la necessita di creare un fronte unico di lotta che inevitabilmente deve prevedere la condivisione degli obiettivi che per noi sono il lavoro per tutti gli 8000 lavoratori del settore e il riconoscimento comune. Ci dispiace che questo non sia ancora stato possibile.
    “Ci consideriamo lavoratori fra lavoratori  -conclude Galici – e continueremo a lottare per l’unità di tutti, non sono le bandiere che dividono i lavoratori, ma le scelte di lotta e di contenuto che si fanno, a prescindere dalle bandiere”.

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