E’ bella una notizia, forse l’unica in questo periodo non certamente positivo per la provincia di Agrigento, accolta da tutti con grande gioia.
“La nomina a Cardinale di Monsignor Francesco Montenegro – dice Roberto Di Mauro, capogruppo del PdS-MpA all’Assemblea Regionale Siciliana – che da tutta la comunità agrigentina da sempre è chiamato “Don Franco” a testimonianza di vicinanza e affetto, è il giusto riconoscimento per una vita di impegno ecclesiale e sociale; Don Franco rappresenta per tutta la nostra comunità un esempio da seguire ed uno stimolo a mantenere alto l’impegno a fianco di chi soffre e per lo sviluppo della nostra terra.”
Gea Schirò Planeta, deputato del Pd, saluta “come estremamente positiva, nello spirito di Papa Francesco, la creazione di Monsignor Francesco Montenegro a Cardinale. Il Vescovo di Agrigento che è stato fino al 2013 presidente della Caritas ed attualmente è presidente, per la CEI, della Commissione per le migrazioni, era e continuerà ad essere un faro e un sostegno nelle campagne per la pace e l’accoglimento. Ci auguriamo che il Cardinale Montenegro possa continuare a lavorare in Sicilia regione di frontiera e accoglienza ma che si trova in un difficile momento sociale ed economico, con interi tessuti lacerati ed emarginati. Alla Sicilia, così come all’Italia, serve una guida alla conversione e alla tolleranza esercitata con costanza e amore per gli ultimi. In ultimo, non è secondario domandarsi se i nuovi Cardinali altereranno gli equilibri del Sinodo sulla famiglia che tornerà a riunirsi l’anno prossimo.”
I vertici provinciali della Cna di Agrigento, Piero Giglione e Mimmo Randisi, a poche ore dall’annuncio del Santo Padre accolgono “con grande gioia e soddisfazione l’imminente nomina a Cardinale del nostro Arcivescovo, monsignor Francesco Montenegro”.
“E’ una promozione guadagnata sul campo – aggiungono il segretario e il presidente della Confederazione agrigentina – è il giusto riconoscimento al suo infaticabile impegno pastorale e al suo operare quotidiano a beneficio della nostra comunità, caratterizzato da azioni concrete e gesti significativi sul fronte sociale e rispetto anche alle parecchie emergenze del territorio. Don Franco, in questi anni alla guida dell’Arcidiocesi, ha rappresentato un vero e proprio punto di riferimento per l’intera provincia. E non solo dal punto di vista spirituale. Le sue parole, i suoi moniti, i suoi appelli non sono stati mai banali o intrisi di mera retorica. Una voce certamente autorevole ed incisiva, anche se quasi solitaria, che si è levata in un coro di silenzio e di indifferenza che avvolge un territorio quasi rassegnato, incapace di reagire, nonostante le sue enormi potenzialità e le intelligenze che non mancano. La città di Agrigento e l’intera provincia – concludono Giglione e Randisi – non possono che vivere con profonda emozione questo importante momento, nella consapevolezza che il territorio ha bisogno di guide e modelli, come don Franco, per potere guardare con fiducia al futuro”.
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