RITARDI NEL PROCESSO DI SPESA DELLE RISORSE COMUNITARIE, ATAVICI EQUILIBRI NEGLI UFFICI DEL DIPARTIMENTO, DA TROPPO TEMPO SOTTO ORGANICO, GIUSTIFICANO AVVIO DI UNA FASE DI POTENZIAMENTO E ROTAZIONE, NON PIU’ DIFFERIBILE
E’ allarme per l’economia peschereccia siciliana. Ci sono circa 70 milioni di euro di fondi comunitari non ancora spesi nel settore della pesca in Sicilia. Può sembrare balordo, assurdo, eppure è così. Roba da non crederci. Il periodo di programmazione comunitaria 2007/2013 è agli sgoccioli e la Sicilia ed i pescatori rischiano di perdere questi fondi, impegnati e ancora non spesi, afferenti al Fondo europeo per la pesca (Fep). In un momento difficilissimo per la Sicilia, per il settore della pesca, per le imprese di pesca e per il mondo dei pescatori, ridottisi per la tremenda crisi e in poco meno di 10 anni da 18 a 8 mila, nell’Isola non si riescono a spendere le risorse comunitarie. È davvero vergognoso. Bisogna dire basta a questo sperpero senza precedenti che penalizza mortalmente il settore della pesca e trancia ogni speranza di ripresa produttiva e quindi di mantenimento dei livelli occupazionali.
È facile in questi casi sparare a zero e cercare nel mucchio le responsabilità. Di certo il livello politico non è esente dal giudizio negativo sul fallimento nella gestione del Fep Sicilia 2007/2013. Così come non lo è l’ambito amministrativo.
Andiamo con ordine.
Prima dell’arrivo di Nino Caleca alla guida dell’assessorato regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo rurale e della Pesca mediterranea – e siamo al terzo governo Crocetta – l’assessore è cambiato continuamente (tre in 2 anni) così come in tanti si sono succeduti come dirigenti generali sottraendo così al comparto quella continuità amministrativa che è andata in sofferenza, per non dire altro (in media un dirigente generale ogni sei mesi).
Il primo livello di responsabilità politica va ricercato, quindi, nel presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, che non ha mai mostrato di interessarsi direttamente alla vicenda della pesca siciliana né risulta che abbia dettato un indirizzo politico con le sue giunte regionali. Lo stesso dipartimento è da troppo tempo sotto organico e nulla si è fatto nel passato per riorganizzare in maniera efficace ed efficiente gli uffici. Alla stessa stregua non si sottraggono dalla responsabilità politica i parlamentari all’Assemblea regionale siciliana che poco, anzi pochissimo, hanno trattato di pesca e dei problemi che soffocano il settore. Eppure la Sicilia è un’Isola che da sempre vive anche di pesca. Un settore che non è solo numeri, occupati, fatturato e consumo. La pesca in Sicilia è cultura, tradizione, consuetudine, enogastronomia. È un valore imprescindibile che caratterizza le tantissime comunità marinare isolane.
Ed ancora, c’è un secondo livello: la burocrazia, che c’ha messo del suo. Il dipartimento pur operando sotto organico, come dicevamo, ha accumulato insostenibili ritardi che si sono riversati sulla massa finanziaria non spesa. Come ricordavamo, circa 70 milioni di euro del Fep 2007/2013 Sicilia risultano ancora non spesi, con il rischio reale di dover restituire all’Unione europea le risorse.
E quel che è peggio, il dipartimento regionale della Pesca mediterranea si distingue rispetto alle altre amministrazione della Regione siciliana per un fatto inspiegabile quanto pericoloso. Sostano da troppi anni (più di dieci) sulla stessa poltrona gli stessi dirigenti di alcuni servizi. Un dipartimento, quello della pesca, che non conosce la rotazione e che – cosa davvero strana – mantiene nello stesso ruolo, dopo oltre 10 anni, soggetti che appaiono inamovibili, per tutte le stagioni, incollati alla sedia. Una sorta di categoria a se stante. Una specie di uomini e donne appartenenti alla categoria dei cosiddetti ‘intoccabili’. Passano gli assessori, i dirigenti generali ma stessi soggetti ‘miracolosamente’ si ritrovano sempre incollati sulla stessa sedia. Nulla contro di loro, per carità, ma il fatto non possiamo esimerci dal rilevarlo. È davvero curioso per non dire ‘strano’. Non si comprende davvero il significato di tale stato di cose che lascia pensare a scenari tra i più disparati.
Da quanto Dario Cartabellotta ha messo piede al dipartimento Pesca non più da assessore regionale alla pesca ma nel nuovo ruolo di dirigente generale, ha cominciato a dare un volto nuovo alla struttura, tra mille difficoltà e certe resistenze che appaiono sempre più come legate al passato e molto presumibilmente ad un certo modo di fare politica.
Proprio nei giorni scorsi è partito l’atto di interpello, firmato da Cartabellotta, diretto al dipartimento della Funzione pubblica e del personale per il reclutamento dei dirigenti da collocare nelle postazioni dirigenziali vuote, all’interno di un percorso di rimodulazione degli assetti organizzativi del dipartimento pesca.
Il quadro che emerge non può restare tale, i risultati non lo consentono e ragioni, quanto meno, di opportunità politico-amministrativa non lo tollerano più. Faccia bene il Governo regionale della legalità e della trasparenza a farsene carico, l’assessore Caleca a porsi la questione come prioritaria ed il dirigente generale Cartabellotta ad attivarsi per trovare le giuste soluzioni per restituire efficienza agli uffici in un rinnovato clima di entusiasmo.
La Sicilia non può permettersi il lusso di perdere circa 70 milioni di euro e non può permettersi di sacrificare ulteriori risorse al settore della pesca. Il momento è delicato perché la Sicilia, se da un lato deve spendere i 70 milioni della vecchia programmazione, deve anche presentarsi a Roma e Bruxelles con una proposta credibile per il nuovo strumento finanziario della pesca, Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (Feamp), per il periodo 2014/2020. Sbagliare ancora una volta potrebbe significare tagliare la pesca siciliana, settore primario ancora produttivo in Sicilia, dai flussi finanziari che contano. E sarebbe la fine per migliaia di imprese di pesca e dell’indotto e per migliaia di lavoratori. E la Sicilia, ‘culla della cultura mediterranea’ non può privarsi di un suo fondamentale tratto: la pesca ed il suo mondo.