Può essere che ci sia un’altra realtà che superi anche Favara nella triste consuetudine di consumare commissioni su commissioni, ma, mentre aspettiamo il dato ufficiale, scommettiamo che non sia di Agrigento il peggiore risultato.
La politica non rivendica i tristi primati, anzi li nasconde o, almeno, ci prova. Li deve scovare l’informazione e noi ci stiamo provando. Prova a giustificare i costi e un sistema destinato all’autodistruzione.
Da anni assistiamo all’insediamento di Consigli comunali peggiori dai precedenti, formati da persone lontane dalla politica, perfettamente ignoranti del ruolo che andranno a ricoprire. Ed è tutta colpa del gettone.
Oggi, quando manca più di un anno al termine del mandato politico dell’attuale amministrazione, si è iniziata la campagna elettorale. “Impegnano le famiglie” per candidarsi e assicurarsi un reddito per i prossimi cinque anni. Nella stragrande maggioranza dei casi, non c’è alcun ideale, nessuna vocazione politica e gli stessi partiti fanno a gara per accaparrarsi il candidato che ha una larga parentela.
Ora, il danno più rilevante non è il gettone di presenza, che pure è un elevato costo per la collettività, ma è l’assoluta, in molti casi, mancanza di conoscenza degli strumenti amministrativi. Non sanno cosa fare e da dove iniziare. Si bloccano e i problemi restano insoluti. Le maggioranze si formano su tutto tranne che su un progetto politico valido per la città. E i danni per la collettività per la loro incapacità superano in larga misura quelli prodotti dal gettone di presenza. E’ una sorta di rovina che si aggiunge alla beffa.
Bisogna interrompere il sistema. Bisogna fare in modo di togliere il gettone per non alimentare l’aspirazione a candidarsi per avere un reddito e fare spazio a chi realmente ha intenzione di spendersi per il bene della città.
Possiamo uscircene dai guai, ma dobbiamo smetterla di brutalizzare la democrazia e le sue regole. Non ci guadagna alcuno e ci perdiamo tutti.
Il dibattito sui social supera in contenuti quello dell’assise cittadina, così come per strada capita di ascoltare interessanti discussioni di gente che si trova ostruito l’ingresso alla politica attiva dal sistema ormai fondato e consolidato da anni di candidare chi ha a sua disposizione una borsa di voti. Togliamo la trippa e spariranno i gatti, in modo da offrire alla politica donne e uomini che hanno a cuore le sorti della città.
3 commenti
Caro direttore, non so più cosa pensare. Non so più qual’è la soluzione più giusta. Non so più dove si può arrivare a dire che si è giunti ad un limite oppure no. Forse perché non si è mai pensati a partire col piede giusto.
Una domanda schietta me la vorrei fare a me stesso: ma se, con tutta la buona volontà, scelgo di candidarmi a consigliere comunale; considerato che non ho uno stipendio da dipendente, ché il mio lavoro è autonomo; nel caso sarei eletto, per giusta causa di “rispetto” del periodo magro, sarei disposto a rinunciare a qualsiasi gettone; ma mancando dal lavoro, per espletare gli impegni istituzionali, chi darà da mangiare ai miei figli?
Secondo me non servono nuove regole, ma sapersi regolare per rendere degno tutto ciò che si fa per gli altri e per se stessi.
Con stima
Spregiudicati e ignoranti affollano la politica se è vero che bisogna cambiare la normativa è anche vero che un poco di onestà e di serietà non avrebbe portato ai guasti attuali
Ottimo….complimento