Lo scandalo del gettone di presenza è l’atto finale del sacco della democrazia, ché la recente classe dirigente è formata, nella stragrande maggioranza di casi, da persone prive di vocazione e di preparazione politica.
Sono nelle aule istituzionali perché li hanno cercati e chiamati gli stessi partiti politici nell’atto di formare le liste dei candidati nelle competizioni elettorali. I partiti che nella prima Repubblica facevano fatica nel compilare le liste per eccesso di domanda degli iscritti, oggi, nel loro deserto, è il contrario. Fanno fatica a trovare all’interno i candidati e li cercano tra i professionisti, medici massimalisti, persone che hanno una larga famiglia e una notevole borsa di voti.
In pochi, veramente in pochi, hanno la passione per il bene comune. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ai cittadini sono negati gli strumenti amministrativi essenziali, il Prg, il piano particolareggiato per il Centro storico, i regolamenti dei servizi e l’elenco è lungo. L’assenza di ogni singolo strumento amministrativo genera disservizi, disagio e bassa qualità di vita dei cittadini.
Non fanno il loro lavoro perché, dicevamo, sono stati tirati dentro dalla stessa politica, per essere la base elettorale dei deputati vertice della piramide. Agrigento è la città di Angelino Alfano, non sapeva nulla?
Adesso arriva lo scossone “Noi siamo altro” che scuote il sistema ed è destinato ad avere ripercussioni nella Città dei templi e nell’Isola.
Strano a dirsi, ai partiti depositari della democrazia, in passato, luogo di incontro e di dibattito, si sono sostituiti facebook e le altre reti sociali, dove la gente si incontra e le notizie volano veloci. Capaci di organizzare nel giro di poche ore la protesta di Agrigento.
Hanno gridato che il re è nudo e adesso lo è anche per chi avrebbe dovuto vigilare prima, mentre arriva sempre dopo.