Una folla incredibile partecipa alla seduta, momenti di forte tensione, presenti polizia, carabinieri e vigili urbani.
Alla vigilia della seduta si è parlato insistentemente di dimissioni in massa dei consiglieri dopo lo scandalo del gettone di presenza ed, invece, si è dimesso solo Aurelio Trupia portando a 4 il numero dei dimissionari. Prima di lui Francesco Messina, Nino Amato e Ennio Saeva.
Hanno rinviato sulle prescrizioni esecutive del Prg riguardanti le zone “Città istituzionale”, “Riviera Dune”, “Viale Cannatello”, “Mosè Mercato” e “Cugno Sala” a causa del recente sequestro degli atti da parte della Magistratura.
Mentre in quasi otto ore di Consiglio comunale ha esitato alcuni regolamenti, tra questi quello per le licenze “taxi” e quello per le licenze di “nolo con conducente”. Bocciato il programma costruttivo per la realizzazione di 154 alloggi sociali, per conto della Società “Li. Co. S.r.l.”; società cooperativa edilizia “Giovanni Falcone”; società cooperativa edilizia “Edil Casa” da realizzarsi in contrada Palmentelle-Fontanelle, ad Agrigento.
La seduta è stata anche l’occasione per Di Rosa per citare i costi dell’ex sindaco Marco Zambuto e delle sue Giunte. Come a tirare sul mal comune mezzo gaudio. “Ecco i compensi di Zambuto e delle sue Giunte” . E se Di Rosa ha cercato di sviare su Zambuto, i suoi colleghi hanno fatto lo stesso dando addosso ai dirigenti colpevoli di tutti i mali di Agrigento.
Quasi a chiusura della seduta, a notte inoltrata, Di Rosa promette che il Consiglio non si riunirà più e non ci saranno commissioni “Torneremo in aula solo quando avremo le prescrizioni del Prg”. Promette anche le dimissioni in massa dei suoi colleghi “dopo avere esitato le linee guida del Prg”. E conclude convinto che l’attuale Consiglio comunale passerà alla storia “per aver restituito la dignità a questa città”.
La seduta è stata rinviata a giovedì prossimo, 12 febbraio.
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