Piazza Cavour strapiena di partecipanti che hanno sfidato la pioggia per festeggiare insieme la fratellanza tra i popoli. Tantissimi i musulmani, mai visti così numeriosi in altre occasioni. E’ stato un successo che ha superato qualsiasi previsione della vigilia.
“Nous sommes”. Questo il titolo della marcia interreligiosa che si è tenuta oggi pomeriggio alle ore 16.00 a Favara. Due religioni. Due culti. Due popoli diversi. Due libri Sacri sul quale pregare. “Nuos sommes” ha annullato le differenze e le distanze, materializzandosi in un ponte robusto tra cattolici e musulmani, tra Bibbia e Corano. Si scrive ancora con addosso l’emozione di essere stati protagonisti di un evento eccezionale ed unico, orgogliosi di essere favaresi e di avere qui a Favara un grande uomo. Il suo nome è Frà Giuseppe Maggiore ed ogni sua azione è emanazione di bontà ed altruismo.
In una Piazza Cavour bagnata dalla pioggia, tantissime le persone presenti che hanno condiviso con le comunità islamiche presenti questo momento di gioia. Il volo delle colombe bianche ha sancito l’unione, rendendo effettivo quel “nuos sommes” – Noi siamo- iniziale. Ed inizia così la marcia interreligiosa, percorrendo le vie del paese per giungere al teatro Boccone del Povero, meta di celebrazione finale. Presenti numerose autorità militari, politiche e religiose, nonché il neo Cardinale Francesco Montenegro. Una festa di colori e sensazioni, arricchita dalle performances canore e recitative degli studenti delle scuole partecipanti. Ogni intervento era un inno all’amore e alla misericordia.
Presente in sala il vice console del Marocco, che ha plaudito l’iniziativa della marcia. Si è ricordata la figura dolce di san Francesco con la canzone de “Il cantico delle creature”, passando per la moderna “ We are the world” fino a “92100” dei Tinturia. Ma il momento più emozionante, immagine indelebile nella memoria di tutti i presenti, è stato lo scambio dei doni. Frà Giuseppe ha donato all’Imam il saio e la Bibbia e , viceversa, l’Imam ha donato il Corano e la tunica bianca tradizionale. Sul palco sventolavano le due bandiere, quella marocchina e quella italiana, si distribuivano benedizioni in italiano ed in arabo. Ed in quel preciso istante, ci si rende conto che l’amore, la pace e la fede possono essere professate in lingue diverse. In tutte le lingue del mondo. Ma il sentimento che ci muove, è lo stesso. E’ identico.
Oggi siamo stati protagonisti di una pagina di storia. Una di quelle pagine che, magari non leggeremo mai nei libri normativi, ma che sicuramente tramanderemo con il racconto, alle generazioni future. Io lo farò di certo. E racconterò di quel francescano venuto da un paesino dell’entroterra siciliano, così testardo e passionale. Sempre combattente e generoso. Il suo nome è Fra Giuseppe ed è riuscito ad andare oltre le differenze religiose, linguistiche e ideologiche, organizzando la Marcia della Pace e del Dialogo, con i fratelli musulmani. Grazie Frà Giuseppe…”Nous sommes”!