E’ iniziato in ritardo e con una scarsa partecipazione di sindaci agrigentini, l’incontro dell’Anci, acronimo di Assemblea dei Sindaci e dei Presidenti dei Consigli Comunali dei Comuni siciliani, tenutosi questa mattina, 20 marzo, a Favara.
A dare il benvenuto ai presenti, il sindaco di Favara Rosario Manganella che, fin dalle prime battute del suo intervento, ha sottolineato l’evidente assenza di molti sindaci della provincia agrigentina.
“L’incontro di oggi è stato pensato per discutere della situazione finanziaria comune a tutti gli enti locali siciliani. Incontro nato- continua Manganella- per evitare di essere additati come gli unici responsabili dai nostri concittadini”. Il sindaco di Favara, nella sua doppia funzione di amministratore e di padrone di casa, ha edotto i presenti sulla situazione finanziaria del comune di Favara, facendo un excursus del suo operato amministrativo, parlando dei debiti ereditati dalle precedenti legislazioni. “I debiti ereditati hanno condizionato moltissimo l’operato della mia amministrazione”. Che, a quanto detto, si aggirano intorno ai 15 milioni, alcuni dei quali maturati nel lontano 1981.
La situazione è, grosso modo, simile in tutti i 390 comuni della Sicilia che, con cifre differenti, sono sofferenti a causa in primis dei debiti. A ciò si devono aggiungere i mancati trasferimenti da parte della Regione Siciliana che causano disagi nei pagamenti e, dunque, potenziali dissesti finanziari. “La Regione- afferma Manganella- nel 2010 ha erogato 16 milioni di euro. Adesso circa 5 milioni. Ha tagliato il 55% dei contributi”. Insomma, il quadro generale è davvero scoraggiante e per poter ottenere qualcosa, è fondamentale agire in maniera eclatante e mediaticamente forte. “Questa politica dei tagli ci mortifica. Sotto la guida dell’Anci, nello stesso giorno tutti i sindaci della Sicilia, dovrebbero virtualmente cedere la fascia al Prefetto, cosi da accendere i riflettori nazionali sulla politica siciliana. Adesso viviamo- termina il sindaco Manganella- la solitudine dei sindaci”.
A prendere la parola, gli amministratori dei comuni di Vittoria, Caltanissetta, Campobello di Licata, Santa Elisabetta, Aragona, Grotte, Racalmuto. Tutti gli interventi hanno evidenziato la comune tragica situazione delle casse comunali, dovuta alla riduzione dei trasferimenti statali, aggravati dalla sordità del governo regionale.
Il sindaco di Palermo nonché Presidente dell’Anci, parla di “stato di calamità naturale”. “Bisogna fare un’azione di lotta, ma adesso è importante decidere come lottare. Quando c’è crisi- continua il sindaco Leoluca Orlando- bisogna essere ottimisti e positivi, perché il pessimismo se lo possono permettere i ricchi”. Nel suo intervento, il Presidente dell’Anci, ha affermato che “i tagli praticati a livello nazionale e regionale, dimostrano come i sindaci sono sentiti come presenze fastidiose. Oggi bisogna spiegare al cittadino perchè dopo gli otto giorni iniziali di innamoramento, gli aumenti le tasse senza garantire più i servizi. La situazione in Sicilia è più grave rispetto al resto dell’Italia. Non si parla più di crisi economica e politica, ma di crisi istituzionale. Dobbiamo dichiarare lo stato di calamità istituzionale”. Infine sono stati toccati anche i temi delle riforme e dei fondi europei. “L’Anci vuole pare un passo avanti attraverso le riforme e i fondi europei, ma per fare ciò serve un piano di sviluppo. Ma come si può fare un piano di sviluppo se in Sicilia si parla di Trivellazioni e Mous?”. Leoluca Orlando ha parlato anche dei prossimi incontri dell’Anci in previsione della manifestazione che si terrà a Palermo nel mese di aprile.” Dobbiamo ricominciare- conclude il sindaco di Palermo- da dove siamo forti, ovvero dai cittadini facendo assemblee. Arriveranno insulti ma, nel frattempo, potremmo spiegare e creare nuove alleanze con loro”.