La notizia dell’ennesimo richiamo da parte della Magistratura contabile è di qualche ora fa, mentre la nota è arrivata in Comune da almeno cinque giorni. E come se non volessero farci sapere per non darci dispiaceri. Ma nascondi, nascondi alla fine l’opinione pubblica deve essere informata e se non lo è ufficialmente come dovrebbe essere con comunicati del sindaco, ci pensa la stampa attraverso i suoi canali.
Ma veniamo al contenuto del richiamo della Magistratura contabile
Giorno 2 aprile la sezione di controllo della Corte dei Conti della Regione siciliana si pronunzierà sulle osservazioni formulate dal magistrato istruttore sul controllo finanziario del Rendiconto 2013.
Il sindaco di Favara, Rosario Manganella, ha tre giorni di tempo per presentare eventuali memorie difensive da rappresentare durante la stessa sezione.
Nello specifico, l’ordinanza ha verificato l’adozione da parte del comune dei provvedimenti correttivi, già comunque approvati dal Consiglio Comunale e come ha recentemente affermato la relazione del dirigente alla finanze, dottoressa Carmelina Russello, l’Amministrazione Comunale non ha posto in essere le azione concrete ed esecutive.
A settembre del 2014 la Corte dei conti ha comunicato all’Amministrazione Comunale le linee guida cui doveva attenersi il comune di Favara e sulla base della trasmissione del rendiconto 2013, è emerso che, oltre al ritardo nella predisposizione e approvazione dei documenti contabili, una significativa e strutturale crisi di liquidità, denunciata dal costante ricorso alle anticipazioni di tesoreria non ricostituite con interessi passivi per circa 215 mila euro e il persistente utilizzo di tali anticipazione anche per l’anno 2014. La Corte dei conti osserva una discordanza tra il saldo del conto del tesoriere ed il saldo del conto anticipazione di quasi 158 mila euro; un disavanzo di oltre tre milioni e sopratutto la carenza di recupero dell’evasione tributaria, nonostante le misure correttive approvate dal consiglio comunale il 4 dicembre 203 e 18 febbraio 2014. Infatti l’indice di riscossione è del 14% con il mantenimento di 5,2 milioni di residui.
La corte dei conti continua dichiarando inadempiente il comune, evidenziando il proliferare di debiti fuori bilancio e presenza di pignoramenti oltre fa emergere che, in considerazione della ricostituzione dei rapporti con l’ATO, risulta un debito di 7, 7 milioni.
Tutte queste valutazioni fanno dichiarare una grave stato di precarietà strutturale il cui risanamento richiede un idoneo a appropriato intervento.