di COLAPISCI
INTERVISTA ALLA LAVORATRICE CHE DA MESI PORTA AVANTI LA LOTTA PER LA DIFESA DEL POSTO DI LAVORO. LA VERTENZA TRA GOVERNO E SINDACATI RESTA APERTA E LA SCADENZA DEL 9 APRILE E’ DIETRO L’ANGOLO. IN 1600 POTREBBERO RITROVARSI IN MEZZO AD UNA STRADA
Non c’è accordo e la vertenza resta aperta. Ancora nulla di fatto sul futuro dei lavoratori esperti in politiche attive del lavoro. Lo scorso 2 aprile si è tenuta l’ennesima riunione alla presenza dell’assessore al Lavoro, Bruno Caruso, del dirigente generale Anna Rosa Corsello, le associazioni datoriali e i rappresentanti sindacali delle sigle firmatarie del contratto collettivo di lavoro della categoria. Senza un’intesa e la sottoscrizione di un accordo resta in bilico il futuro lavorativo alla luce della imminente scadenza dell’8 aprile prossimo che vedrà circa mille e 600 operatori esperi in politiche attive del lavoro completare il periodo di tre mesi presso il Ciapi. Dalle voci che si susseguono tra i lavoratori, pare che la bozza di accordo contenga elementi che potrebbero calpestare diritti e tutele. Eppure se l’intesa non sarà raggiunta entro il 9 aprile prossimo, l’assessore potrebbe assumere altre decisioni.
A parlare del momento difficile che attraversa questa filiera del sistema formativo regionale (non stanno meglio le altre: Interventi formativi e Istruzione e Formazione professionale) Adriana Vitale, uno degli operatori fortemente impegnato nella difesa dei diritti e che ha tenuto alto il livello della protesta nei mesi scorsi. Lavoratore che è stato protagonista la scorsa estate dello sciopero della fame per denunciare l’assenza di una soluzione di stabilità lavorativa per gli operatori del comparto dei Servizi per il Lavoro.
Com’è stata vissuta la giornata di ‘passione’ coincidente con la settima santa?
“L’ennesima tribolazione dell’infinita attesa per conoscere il nostro futuro e la sorte dei lavoratori dopo il 9 aprile. Abbiamo compreso che andremo incontro ad una sicura frammentazione del comparto. Sappiamo che gli orientatori rimarranno al Ciapi e tutti gli altri affidati agli enti formativi che hanno partecipato al bando della misura della Formazione a valere sul Programma Garanzia Giovani”.
Quali potrebbero essere gli effetti di quella che Lei chiama frammentazione tra i lavoratori?
“A chiarimento va detto che una prima frammentazione è proprio quella che divide orientatori dal resto degli operatori. All’intero, poi, di quest’ultima platea, lavoratori che andranno, cioè, presso gli enti formativi, avverranno ulteriori frammentazioni con disparità di trattamento. Per una parte si prefigura il rientro nell’ente di appartenenza con la conseguenza che manterrà la stessa tipologia del contratto a tempo indeterminato, interrotto nella fase di lavoro presso il Ciapi con l’istituto dell’aspettativa. Per una ulteriore parte dei lavoratori, quelli che l’ente non lo hanno più perché revocato, il destino dovrebbe legarsi ad un nuovo soggetto gestore individuato tra quelli che sottoscriveranno l’accordo che prevede l’impegno di assorbirli. E fino a questo punto nulla da dire. La disparità di trattamento nasce, invece, nella misura in cui tali lavoratori saranno assunti con le nuove tipologie di contratto a tutela crescente. Significa per loro perdere i requisiti acquisiti nel tempo e soprattutto l’anzianità di servizio. Cosa che non accadrà, ovviamente, per i lavoratori che rientreranno nel proprio ente di appartenenza dopo un periodo di aspettativa non retribuita”.
Rispetto a questo nuovo equilibrio che dovrebbe delinearsi a seguito della sottoscrizione dell’accordo istituzionale, voi lavoratori avete certezza che gli enti, in atto revocati, inseriti nel Catalogo dell’offerta formativa del Programma Garanzia Giovani, sapranno onorare gli obblighi assunti con i lavoratori?
“Ho i miei dubbi. Una terza platea di lavoratori avranno una sorte ancora più penalizzante. Questi lavoratori hanno avuto l’ente definanziato, rientrato nella misura partecipando al bando e rischiano, essendo l’ente senza il Documento unico di regolarità contributiva (Durc) in regola, di lavorare senza beccare un quattrino. Lavoratori che non risultano licenziati, l’ente di appartenenza originariamente de finanziato ha ottenuto la sospensiva dal Tar ed ha partecipato al bando per l’offerta formativa di Garanzia Giovani, potrebbero trovarsi nel paradosso di lavorare senza percepire nulla”.
Nella bozza di accordo non si fa alcun riferimento all’Albo regionale degli operatori della Formazione professionale, potrebbe penalizzare ulteriormente i lavoratori?
“Si. Il mancato riferimento all’Albo regionale è un fatto grave, gli enti potrebbero essere indotti ad assumere nuovo personale”.
Alla luce di questa confusione, qual è l’umore dei lavoratori interessati?
“Le risposte dell’amministrazione e l’accordo che si prefigura non soddisfa nessuno dei lavoratori che vedono come perpetrarsi una grande giustizia per via dei diritti che verrebbero lesi. Gli orientatori continueranno alla scadenza mentre gli altri dovranno attendere l’avvio dei corsi formativi e delle procedure, questa è un’altra disparita bella e buona”.
Come vede il futuro lavorativo nel comparto delle politiche attive del lavoro?
“Assolutamente incerto e precario. Molti lavoratori, rimasti orfani del proprio ente di appartenenza, potrebbero essere costretti, con ogni probabilità, a rinunciare ad un contratto con retribuzione incerta nel tempo, non potendo affrontare le spese per recarsi sul nuovo posto di lavoro. E poi, diciamocela tutta fino in fondo: come possono i giovani avere fiducia nelle istituzioni se neanche per noi c’è la certezza lavorativa? A nulla sono valsi mesi e mesi di scioperi della fame, manifestazioni, proteste, sit-in, per ottenere alla fine solamente il nulla o quasi”.
Pensa che il suo futuro lavorativo possa essere altrove?
“Il mio piano B è quello di fare la classica valigia di cartone, lasciando marito e figli, emigrare in Svizzera non essendoci altra alternativa. Ed è quello che farò non appena riceverò la risposta positiva sulla possibilità lavorativa. La mia Terra, che amo al pari di un figlio, in questo momento mi è matrigna”.
1 commento
Donna coraggio
questa terra ha bisogno di gente onesta
sono i vari Crocetta che devono fare la valigia di cartone.