ALBO, CCNL, LEGGE REGIONALE 24/76, MOBILITA’ ORIZZONTALE TEMI INDIFFERIBILI CHE L’INTESA AD OGGI NON CONTIENE
“Riteniamo che la bozza di accordo sindacale per l’avvio degli interventi formativi sul programma della Garanzia Giovani con l’obiettivo, soprattutto, della salvaguardia occupazionale del personale degli sportelli multifunzionali sia una base di partenza che possa essere migliorata”. Ad affermarlo Alessandro Lazzano, responsabile di Unione Lavoratori Liberi (ULL) intervenendo sul dibattito intorno all’accordo che l’assessore al Lavoro, Bruno Caruso, il dirigente generale del dipartimento al ramo, Anna Rosa Corsello, i sindacati dei lavoratori e dei datoriali dovrebbero sottoscrivere entro il 9 aprile, data ultima visto che scadrà il periodo lavorativo di circa 1600 operatori esperti in politiche attive del lavoro presso il Ciapi di Priolo.
Non tutto piace all’Unione Lavoratori Liberi dell’accordo in discussione tra Governo regionale e sindacati.
“Al riguardo ci preme sottolineare – dice Lazzano – che alcuni punti di criticità possono essere certamente rivisti e migliorati. A nostro avviso – aggiunge – bisogna tenere conto delle legge, delle norme regionali, dell’albo degli operatori della formazione professionale, del Contratto collettivo di lavoro (Ccnl) e di criteri di equità e pari condizioni per l’impiego del personale per non incorrere in scelte discrezionali e facoltative”.
Per il responsabile di ULL: “Bisogna prendere a presupposto dell’accordo le leggi regionali di garanzia del personale ed il Ccnl di categoria”.
“Non si può prescindere nell’accordo dal riferimento all’Albo regionale degli operatori della Formazione professionale – sottolinea Lazzano”. Il quale precisa che: “E’ bene precisare nell’intesa che la figura professionale, il livello e la mansione devono essere quelle possedute nell’albo degli operatori della formazione professionale, come criterio di uguaglianza e di non discriminazione.
Secondo l’ULL è necessario avere come riferimento le graduatorie già pubblicate.
“Ai fini della individuazione del personale avente diritto ed idoneo – sostiene Lazzano – bisogna fare riferimento alla graduatoria del 3 febbraio 2015, pubblicata nel sito del Ciapi di Priolo per conto del dipartimento regionale del Lavoro, affinché si possa stimare l’effettivo numero del personale salvaguardato, e cioè 1620 totali a cui sottrarre i 596 orientatori che dovrebbero restare al Ciapi, ottenendo un numero di operatori pari a 1024”.
“Per tutto il resto del personale, delle figure professionali da impiegare e mancanti – evidenzia il responsabile dell’Unione Lavoratori Liberi – bisognerà accedere prioritariamente al personale delle liste provinciali di mobilità orizzontale, in subordine all’albo degli operatori della formazione professionale perché il settore non si può permettere di allargare la platea dei lavoratori, senza prima offrire la dovuta garanzia agli aventi diritto”.
Altro aspetto da considerare nella stesura dell’accordo definitivo è quello del contratto di lavoro e delle relative garanzie.
“I contratti del personale – rilancia Lazzano – devono essere senza soluzione di continuità. Rimarchiamo la possibilità, rispetto alla bozza di accordo, che si possano verificare quattro diverse posizioni lavorative rispetto allo stesso progetto:
• I lavoratori che rientreranno nei propri Enti, dopo il periodo di aspettativa, manterranno il proprio livello contrattuale e la propria anzianità di servizio così come previsto anche dall’Albo regionale dei formatori di cui all’articolo 14 della legge regionale n.24 del 6 marzo 1976;
• I lavoratori (orientatori) che rimangono in forza al Ciapi di Priolo si troveranno con un livello inferiore rispetto a quello certificato dall’albo dei formatori di cui all’articolo 14 della legge regionale n.24/76, ma con la relativa anzianità di servizio;
• I lavoratori che non hanno un Ente dovrebbero essere assorbiti dagli Enti che hanno assegnati i corsi a Catalogo del Programma Garanzia Giovani e quindi saranno assunti con contratti a tutele crescenti tenendo conto della graduatoria Ciapi, perdendo di fatto, il livello contrattuale e soprattutto l’anzianità di servizio nel settore così come statuito dall’albo dei formatori di cui all’articolo 14 della legge regionale n.24/76;
• Per i lavoratori che pur avendo un Ente attivo ma non presente nel Catalogo delle attività del Programma Garanzia Giovani bisognerebbe prevedere un passaggio diretto ed immediato presso l’Ente che dovrebbe assorbirli, così come previsto dalle normative regionali ad oggi vigenti”.
2 commenti
Ma sono queste proposte da fare per chi ha avuto l’Ente revocato? Oltre il danno anche la beffa di perdere completamente i diritti acquisiti in 34 anni di lavoro. Ma non vi vergognate Unione di lavoratori liberi? Ma fatemi il piacere di starvene muti e al vostro posto!
Siamo alle solite. Due pesi e due misure. I fortunati e bravi da una parte e gli sfigati e i cattivi dall’altra parte.
Chi decide chi debbono essere i bravi e i cattivi ? Un organismo super partes: “La politica”, che come si sa opera per mezzo dei politici nell’interesse generale e non personale o di parte. Bella soluzione, come se alcuni lavoratori, ma solo alcuni, debbano scontare qualche pena o debbano risollevare le martoriate finanze di una regione stremata non dai lavoratori ma dalla cattiva politica.
I lavoratori senza più Enti di riferimento chiedono parità di trattamento e l’attivazione di tutte le procedure che possono riportare al lavoro TUTTI quei lavoratori che, non per loro scelta, rischiano di rimanere fuori da ogni prospettiva seria di reinserimento lavorativo.