LA SICILIA È STATA TROPPO A LUNGO DISTRATTA E DISTANTE DAI PROBLEMI DELLA PESCA
“La pesca siciliana non può ulteriormente essere mortificata da scelte del Governo nazionale che la danneggiano. Le quote accidentali aggiuntive attribuite al tonno rosso devono essere assegnate alla pesca che viene effettuata con la tecnica del ‘palangaro’ affinché si possa garantire la sopravvivenza minima delle imprese e dei pescatori siciliani. Non è accettabile che, in virtù di criteri normativamente incerti e discutibili, la ripartizione avvenga applicando parametri che generano diseguaglianza socio economica e malcontento tra gli operatori della pesca.
E’ quanto dichiara l’assessore Regionale dell’Agricoltura delle Risorse Forestali e della Pesca Mediterranea, Nino Caleca, dopo un attento ascolto delle richieste emerse nel corso degli Stati Generali della Pesca, incontro svoltosi presso l’Arsanale Borbonico di Palermo lo scorso 27 aprile, alla presenza di tutte le rappresentanze e gli operatori del settore ittico regionale.
“Come governo regionale – dice Caleca – chiediamo un incontro urgente con il sottosegretario delle Politiche Agricole e Alimentari, Giuseppe Castiglione per rivedere l’intera questione. Nel caso in cui la richiesta venisse disattesa – aggiunge – siamo pronti ad impugnare il decreto di ripartizione delle quote 2015”.
In un comunicato l’assessore precisa che la quantità di tonno rosso nelle acque del Mediterraneo, per effetto delle inibizioni alla pesca e delle quote assegnate dall’Unione Europea, è oggi cresciuto in maniera esponenziale mettendo a rischio anche l’equilibrio della fauna marittima presente. Il tonno, infatti, si ciba di pesce azzurro e la riduzione di quantità di questo tipo di pescato è quella che fa lanciare oggi un autentico grido di allarme ai pescatori siciliani. Corollario di questo problema anche l’aumento di incidenza del pescato accidentale di tonno, per il quale i nostri pescatori vengano duramente sanzionati. Proprio la revisione dei criteri e l’incremento di porti di sbarco autorizzati, sono due dei temi emersi di cui l’Assessore Caleca intende farsi carico.
Sempre nel corso degli Stati Generali della Pesca – prosegue il citato comunicato – è emersa l’esigenza di attivare un gruppo di lavoro coordinato dall’Assessorato attraverso il Dipartimento Pesca costituito da Istituti di Ricerca ed organizzazioni di categoria per rivedere su base scientifica le problematiche relative alle tipologie di pesca speciale (cicirello, novellame, Rossetto, etc.) e le modalità di attuazione del fermo biologico.
“La Sicilia è stata troppo a lungo distratta e distante dai problemi della Pesca – conclude l’Assessore Caleca. E’ ormai indifferibile una revisione dell’intero sistema che consenta ad un segmento significativo dell’economia siciliana di godere degli stessi diritti e poteri delle altre marinerie del Mediteraneo”.