Dopo sei mesi di incontri, di legittime aspettative da parte delle lavoratrici e di promesse del sindaco, ieri sera, nell’incontro con l’amministrazione comunale, il cerchio si è chiuso con la piena consapevolezza dei soci della cooperative della definitiva chiusura del rapporto.
Il servizio definito necessario continuerà, quando si avrà chiarezza sul piano decennale di riequilibrio finanziario dell’Ente, con una nuova gara che sarà espletata dal centro unico di committenza, ex provincia regionale.
Ora, senza entrare nel merito di quanto previsto dalle normative del settore e neppure negli aspetti umani di chi dopo oltre venti anni perde il posto di lavoro, non si può tralasciare di accendere il faro dell’attenzione sulle promesse fatte sulla pelle delle lavoratrici e sui consiglieri comunali.
Quello che è accaduto ai margini di questa storia dal tragico epilogo è gravissimo.
Il 31 Dicembre scorso l’amministrazione ha portato in Consiglio comunale la proposta di bilancio per l’esercizio finanziario 2014. Si temeva che il Consiglio bocciasse il bilancio perché portato all’ultimo momento e per un’opposizione determinata a non approvarlo. A questo punto, l’amministrazione comunale ha fatto passare il messaggio che la bocciatura del bilancio avrebbe comportato il mancato rinnovo del contratto con i precari e con gli asili nido. Tutti gli interessati furono invitati a partecipare ai lavori consiliari. E tutti parteciparono affollando l’aula Falcone Borsellino, quasi a voler costringere i consiglieri.
Possiamo dire che quella sera i lavoratori sono stati usati come una sorta di ostaggi? Continuiamo. A termine della seduta la Giunta ha provveduto al rinnovo del contratto per i precari, nulla ha fatto per gli asili nido.
Oggi, ha ragione Manganella nel dire che il piano decennale e la Corte dei conti impediscono qualsiasi proroga, ma nel Dicembre scorso diverse erano le condizioni. Il risultato è la calpestata dignità delle lavoratrici delle due cooperative alle quali si doveva chiarezza fin dal primo momento e non dovevano essere utilizzate per farsi approvare il bilancio.
Ed, invece, a loro rimane il danno del posto di lavoro perduto e la beffa di essere stati utilizzati da una amministrazione comunale debole e non in grado di convincere il Consiglio sulla bontà del loro operato.