ALLARME DEMOCRAZIA. SI APRE UN NUOVO FRONTE SINDACALE. UGL ESCE ALLO SCOPERTO RIVENDICANDO L’AUTONOMIA RISPETTO AD UN APPIATTIMENNTO VERSO LE POSIZIONI DELL’ESECUTIVO REGIONALE, PER NIENTE PLURALISTA, CHE NON LA RIGUARDANO
“L’esclusione di Ugl dalla costituzione del Tavolo di crisi presso l’assessorato regionale al Lavoro è il segnale preoccupante di un atteggiamento per niente pluralista del Governo regionale su temi generali come le politiche attive e passive del lavoro”. Così il Reggente di Ugl Sicilia, Giuseppe Messina, commentando la notizia dell’istituzione, lo scorso 4 giugno, del tavolo di crisi sul lavoro.
“Restiamo basiti – continua il sindacalista – nell’aver appreso dell’iniziativa che arriva in ritardo rispetto ad un processo, che appare irreversibile ed al quale ci opponiamo fermamente, di smantellamento di una preziosa professionalità che viene riconosciuta nei 1700 operatori esperti nelle politiche attive del lavoro ad oggi con le braccia incrociate in attesa di un ritorno al lavoro che viene sistematicamente rinviato nel tempo dall’esecutivo regionale sempre più confuso”.
“Confidiamo nel buon senso e siamo pronti a fare la nostra parte – sostiene il Reggente di Ugl in Sicilia – per contribuire al recupero del troppo tempo perduto in annunci e percorsi prima avviati e poi rimangiati”.
“Prendiamo le distanze delle scelte dell’esecutivo Crocetta – chiarisce Messina – perchè miopi e senza prospettiva che minano le fondamenta sociali del comparto della formazione professionale. Dopo due anni di annunci e spot non si avvista alcuna seria programmazione per garantire i posti id lavoro e l’esercizio del diritto costituzionale dei giovani siciliani alla formazione e professionalizzazione”.
“A tal proposito – conclude Messina – richiamo la dichiarazione resa ieri dal capogruppo di Forza Italia all’Ars, Marco Falcone che è intervenuto sull’argomento dichiarando: “trattasi di una iniziativa che peraltro esclude alcune sigle sindacali, UGL in testa e rappresentanze datoriali”.
La dichiarazione del Reggente di Ugl in Sicilia accende la miccia sul fronte delle relazioni sindacali tra Governo regionale e rappresentanze dei lavoratori che sembrano fin troppo in sintonia.
La decisione del Governo regionale di escludere chi non la pensa alla stessa maniera apre un nuovo fronte di scontro e polemica. È chiaro a tutti che dall’insediamento ad oggi, nel frattempo sono trascorsi due anni e mezzo, l’esecutivo regionale guidato dal presidente Rosario Crocetta ha prima strapazzato le rappresentanze sindacali tentando di delegittimare le organizzazioni sindacali confederali tradizionali privilegiando le rappresentanze di base dei lavoratori ed i sindacati autonomi di nuova generazione, per poi rimischiare le carte dopo aver appiattito le posizioni a proprio piacimento, senza esclusioni di colpi.
Va detto che Ugl è rimasta a guardare, per scelta e forse per necessità, senza farsi schiacciare dal potere politico al comando, forte anche della sua autonomia rispetto ad approcci unitari ed a scatti in avanti di sigle sindacali autonome o gruppi spontanei organizzati – probabilmente a ragione – fuori dai sindacati che non hanno mostrato i muscoli nel difendere il lavoro e l’occupazione. La partita sembra riaprirsi sotto nuovi auspici nella certezza che migliaia di lavoratori continuano a restare a bocca asciutta e questo non è più tollerabile.