Inizio con dire che per quanto abituati a seguire la politica, non si finisce mai di stupirsi. La conferenza stampa organizzata dal sindaco alla fine è stata anche e principalmente l’occasione giusta per farci conoscere aspetti importanti di come si fa politica a Favara.
Il primo a parlare è stato Gaetano Caramazza che ha raccontato la storia dell’appartenenza politica dal Pci ad oggi nel Pd “tranne un periodo per motivi ostativi all’interno del partito, ma sempre legati all’ideale di sinistra. Nell’ultima campagna elettorale che ha visto l’elezione di Manganella, gli altri si sono accodati a noi e non viceversa. La nostra lista civica aveva come candidato Manganella e un suo programma, l’uno e l’altro sono diventati della coalizione che ha vinto”.
A questo punto, per quanto mi riguardava, la conferenza stampa poteva terminarsi, considerato che il programma elettorale è di Manganella e non del Pdl.
Il braccio di ferro tra Manganella e il Pd ha avuto come base di contestazione il programma elettorale definito da chi gli ha negato la tessera un progetto di una coalizione con al vertice il Pdl. E in questo senso il Partito democratico ha proposto una serie di suggerimenti e variazioni al sindaco, che dal canto suo non ha ascoltato.
Ma adesso con le recenti dichiarazioni non c’è più nulla da discutere, ché in buona sostanza, nel 2011 l’elettorato di centrodestra ha votato un candidato con un suo programma, cercato e scelto “in confezione unica”.
E non solo. Manganella ha accettato, solo dopo essersi incontrato con l’onorevole Panepinto. “Io mi sono candidato – a parlare è Manganella – dopo avere cercato con Panepinto una mia candidatura con la mia lista e con il partito. Panepinto mi ha riferito che c’erano nove nomi tra i possibili candidati, ma il mio non c’era”.
Sconvolgenti verità che lasciano l’amaro in bocca. Il Pdl, nel 2011 con un notevole elettorato, ha votato una persona con la sua storia di sinistra e, di più, con un suo programma elettorale.
So già che raccontare questi fatti mi farà guadagnare nuove inimicizie. Ma adesso quale è la notizia più importante il tesseramento o i fatti legati alle amministrative del 2011?
Ritornando alla cronaca della conferenza stampa, dopo l’intervento di Caramazza è stata la volta di Carmelo Castronovo. “Il Pd – ha detto – è un grande partito e tutto si fa secondo il regolamento che prevede una commissione con la componente femminile e le componenti che si richiamano a Capodicasa, Renzi, Sinesio e Moscatt, ma così non è stato. La commissione ha stabilito che la votazione doveva avvenire secondo un calendario prestabilito, ma si è votato anche di sabato, giorno non previsto. Il regolamento recita pure che si può negare la tessera per motivi di ordini morali. Loro richiamano le motivazioni politiche. Io ho ribadito che il giudizio sul modo di amministrare è soggettivo. Ho suggerito di inviare tessere e verbali al Provinciale per chiudere la procedura. Invece, documenti riservati sono finiti sulla stampa, prima dell’inoltro al Provinciale. Il segretario locale conduce il partito come se fosse una cosa sua, aprendo, anche, le votazioni in un giorno non previsto dal calendario”. Alla domanda: chiederà le dimissioni del segretario, Carmelo Castronovo ha risposto “si”.
“Sono l’unico consigliere eletto nella lista del Pd – ha detto Gero Castronovo – le questioni del partito vanno discusse all’interno dello stesso”.
“Mi sono iscritta al partito – a parlare è Sara Chianetta – quando avevo 18 anni. Ho avuto diversi incarichi e ho avuto l’idea di un partito come una famiglia, dove possono esserci contrasti che vanno ricuciti. L’ultimo giorno utile per il tesseramento, l’onorevole Panepinto mi ha chiamata in disparte per affrontare unitariamente la prossima elezione comunale. Mi risulta che lo stesso Panepinto abbia suggerito al suo gruppo l’unità del partito. L’unica cosa che mi dispiace è mettere alla berlina il Pd che è un partito serio”.
Alla fine ha parlato Manganella. “Noi – ha detto rivolgendosi al suo gruppo – rappresentiamo 230 anni di storia del Partito Comunista Italiano fino al Pd. Detto questo, vi dico che ho ricevuto una telefonata dal segretario provinciale che mi ha raccomandato ad non alimentare la polemica. Dal mio punto di vista, la nota di Zambito, quando dice che da anni si trascina la vicenda, per me è un primo successo perché suona come condanna per alcuni componenti. Leggendo, poi, lo statuto ci accorgiamo che due componenti non avevano titolo per stare nella commissione. Senza i due non si sarebbe arrivati a questo.
Noi dovremmo, secondo loro, andare davanti alla commissione provinciale perché non abbiamo seguito le direttive del partito. Il programma elettorale è mio, farò alla fine del mio mandato l’elenco delle cose fatte, che forse non si vedono o che qualcuno non vuole vedere. Io mi sono candidato con la mia lista dopo avere cercato con Panepinto la candidatura. Panepinto mi ha riferito che c’erano nove nomi, ma il mio non c’era.
Noi lanciamo un appello agli iscritti e ai dirigenti: vogliamo fare una campagna elettorale con un partito unito”. Sulla questione delle quote da versare al partito, Manganella ha dimostrato di non avere nulla da rimproverarsi. “Questo processo è strumentale”. Infine ha concluso dicendo che “il regolamento prevede che il sindaco uscente deve partecipare alle primarie e io sono pronto a scendere in campo”.
1 commento
Ci rivolgiamo a Carmelo Vitello, Fate fare le primarie al sindaco uscente, solo così può rendersi conto che lui, non ha mai rappresentato il popolo favarese tanto meno che se stesso. Sarebbe anche l’ora che si ritiri a vita privata dopo gli acclarati fallimenti della sua conduzione politico-partitica. FAVARA LIBERA