“Primarie o non primarie per la scelta del candidato a sindaco, il dato che emerge con una certa chiarezza è che il partito Democratico è sempre più in cerca di se stesso”. Il consigliere Gaetano Airò torna ad attaccare il Pd, quando dovrebbe avvertirlo come alleato voluto dalle segreterie regionali e nazioni del suo partito e dello stesso Pd. Ma il consigliere ha sempre dimostrato di avere una certa indipendenza rispetto alle imposizioni che vengono dall’alto e non si smentisce neppure in un momento, come l’attuale, abbastanza delicato quando è estremamente facile fare saltare accordi e alleanze.
“A pochi mesi dalle elezioni amministrative – continua l’avvocato Airò – il Pd locale vive dinamiche di confusione più totale, un partito segnato dalla competizione tra le varie anime che il segretario Carmelo Vitello deve avere in qualche modo “disegnato” a sua misura. Il documento, presentato pochi giorni fa all’interno del partito da parte dell’onorevole Giovanni Panepinto, la dice lunga su quanto la situazione sia di difficile gestione in prossimità del voto di giugno.
Il Partito Democratico dovrà fare i conti con la richiesta di primarie e con la faccenda tessere che riguarda il sindaco Manganella e i quattro defenestrati.
In teoria tutto potrebbe tornare alla normalità, come dice il sindaco Manganella tutti dentro con un cartello di governo che vede il quadro regionale come punto di partenza per continuare il progetto Manganella e riproporlo per le prossime amministrative, un progetto targato Pd.
Allora che dire, bisogno fare un po di chiarezza e partire da un analisi reale dei fatti. È chiaro che i protagonisti assoluti sono i deputati con le loro logiche e con i loro ragionamenti di cartello, ma è pur chiaro che le logiche spesso devono essere calate nelle realtà locali, ed ecco che tutto diventa difficile perché, veti, personalismi e vendette politiche caratterizzano il teatrino dei leaders che cercano di far quadrare i conti.
Si fa ancora più complessa se si aggiunge che a decidere sono pure i deputati non locali i quali devono dare conto ai loro rappresentanti già impegnati nel reclutamento di uomini e donne da mettere in lista ed avere il giusto obolo per il lavoro svolto.
E la città che cosa fa in tutto questo?
Aspetta che questo teatrino finisca? Aspetta la soluzione della donna di alto profilo che mette tutti d’accordo?
No! La città condanna tutti attori e teatranti non aspetta nessuno, anzi si organizza con comitati spontanei per protesta con le ingiustizie di Girgenti acque”.
E’ un io non ci sto?
«Diciamo – risponde Airò – che avrei preferito un’altra partenza».