“Verso l’Assemblea Territoriale Idrica. Sequestro dei depuratori e stato di attuazione del Piano d’Ambito.”
Il sindaco di Racalmuto affronta fino nei minimi particolari la problematica che vede, almeno al momento, vittima indifesa l’utenza sottoposta a costi per nulla corrispondenti a quello che dovrebbe essere un servizio adeguato che ad oggi non è.
Martedì 15 marzo alle ore 17:00 nell’aula consiliare del Comune di Racalmuto, i sindaci del territorio agrigentino si confronteranno sull’Assemblea Territoriale Idrica e sullo stato di attuazione del Piano d’Ambito.
“I sequestri dei depuratori disposti negli ultimi giorni in diversi comuni dell’agrigentino – dichiara il sindaco di Racalmuto Emilio Messana – evidenziano come la gestione del servizio idrico integrato si sia svolta in un contesto di controlli stentati e inefficaci, complice la confusione normativa e regolamentare che ha nei fatti esautorato l’autorità d’ambito.
I Comuni che subiscono un servizio idrico integrato su scala provinciale non hanno avuto un referente in grado di monitorarne efficienza, efficacia ed economicità in relazione alle prescrizioni del piano d’ambito.
La legge regionale n. 19/2015, che potrebbe portare alla gestione pubblica dell’acqua, stenta a trovare piena applicazione.
Pendono i ricorsi presentati dal gestore contro alcuni Comuni per l’annullamento delle delibere di costituzione dei sub ambiti.
L’Assessore Regionale, da ultimo, mette in mora i Comuni per l’insediamento delle Assemblee Territoriali Idriche, che prenderanno il posto degli Ato come autorità d’ambito con funzioni e poteri di controllo e di regolamentazione.
La paralisi in cui versa l’intero sistema delle acque in Sicilia, la condizione di precarietà di una legge regionale impugnata dal Governo Nazionale senza che la Regione Siciliana l’abbia difesa, sembrano, per l’assessorato regionale, essere colpa dei sindaci.
La tariffa esorbitante posta a carico dei cittadini riflette il piano economico industriale risultante dal Piano d’Ambito, dall’offerta di aggiudicazione del gestore e dalla convenzione con l’ato idrico.
Il sequestro dei depuratori, l’elevata massa di risorsa idrica che si perde, pari al 40% di quella erogata, rivelano come in questi anni il gestore si sia limitato esclusivamente ad erogare l’acqua e a gestire gli impianti esistenti, senza promuovere gli investimenti in nuovi impianti e nella manutenzione straordinaria.
A Racalmuto il gestore ha da poco avviato le attività di depurazione, senza informare e coinvolgere la comunità che si è vista recapitare le bollette con il canone di depurazione.
Ci viene negato il diritto, tra l’altro previsto dalla legge, quali utenti di un servizio pubblico di conoscere dettagliatamente e per tempo la natura degli interventi effettuati. Dobbiamo chiedere chiarezza sulla gestione dei depuratori sequestrati, aprire immediatamente un confronto con la gestione commissariale dell’Ato Idrico sul rispetto del Piano d’Ambito, individuare eventuali inadempienze del gestore, restituire la dimensione di socialità ad un
servizio pubblico, efficiente, economico ed efficace.
Infine, occorre confrontarsi con la bozza di statuto dell’Ati diramata dall’Assessorato, per scongiurare, come avvenuto in passato nell”Ato, che le assenze di pochi comuni impediscano la formazione del numero legale, determinando il commissariamento dell’assemblea per l’adozione di atti fondamentali per il servizio idrico integrato.
L’appuntamento a Racalmuto – conclude Emilio Messana – sarà l’occasione per preparare le iniziative da assumere nella prospettiva di una nuova stagione che si aprirà con l’insediamento dell’Assemblea Territoriale Idrica.
3 commenti
ghisa se il sindaco di favara ci sara?
Io non capisco perché ce la prendiamo sempre e solo col sindaco, guardate che, ci sono anche se non senoterebbe, gli assessori i consiglieri e quindi di tanto in tanto prendiamocela pure con coloro che almeno formalmente dovrebbero controllare l ‘operato comunale, tranne ché come da tempo si vocifera erano presenti solo per l’ ormai famoso gettone, speriamo che almeno non abbiano la spudoratezza di ripresentarsi alla prossima competizione elettorale.
È fuori sede