Ha iniziato a fare la campagna elettorale l’indomani dell’insediamento di Manganella, cinque anni fa, e adesso tarda ad ufficializzare la sua candidatura.
Alla domanda “ti canditi?”, la risposta al giornalista è “te lo farò sapere”. Il bello della storia è che ormai a porsi la specifica domanda sono in tanti, addetti e non addetti della politica locale. Agli addetti mancano gli ultimi tasselli per escludere la possibilità di una vittoria a primo turno di una qualsiasi candidatura. I non addetti si saranno stancati di essere “baciati” senza una ufficiale “dichiarazione d’amore”. Sarà una nuova tattica? Può essere! Se fosse stato il primo a proporsi, oggi in pochi ne parlerebbero, così è diventato il tormentone del momento. Sul dilemma “ma si candida o non si candida” si sta facendo, in pratica, la sua campagna elettorale facendo parlare di se spontaneamente. Al suo elettorato si è presentato, anzi lo cura da cinque anni e da prima ancora, gli altri, quelli che dovrà convincere li tiene sospesi.
In sala travaglio è l’altra candidatura, che salvo, per restare in tema, minacce di aborto dovrebbe essere partorita in settimana. La paternità è di alcuni consiglieri comunali attualmente in carica che “non vogliono subire le scelte dei deputati”.
Dicono che sia stata la deputazione a decidere per tutti. Loro si sono ribellati formando un cartello nuovo e proponendo un candidato sindaco.
“Sull’ingerenza” dei deputati, bisogna dire che i locali in quanto favaresi, non possono autoescludersi nel dibattito politico sul programma elettorale e sulla scelta delle personalità da proporre. Tutti i deputati locali e non locali sbaglierebbero, qualora sia avvenuto, nel sostituirsi ai partiti politici. Ma a Favara tranne in pochi casi, i partiti politici non esistono. Sono tendoni che si montano durante le campagne elettorali e poi si smontano l’indomani del voto.
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#ORABASTAORABASTA!!!
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