Il privato supera e vince sulla politica
“C’era tanta curiosità per le strade di Favara questa mattina. Uno spettacolo mai visto. Sembravamo in una Città del Nord o in un parco giochi. Ed, invece, nulla di tutto ciò. Eravamo proprio a Favara, una Città che ha aggiunto un nuovo tassello alla politica turistica. Nessuno quattro anni avrebbe scommesso un centesimo che il nostro territorio potesse avere uno sviluppo turistico. Ricordo bene, il voto del Consiglio comunale che bocciava l’adesione ai due distretti turistici. Favara, all’epoca, viveva un lungo sonno. Le iniziative imprenditoriali erano quasi assenti: oggi in Piazza Cavour non c’è un buco libero per aprire una qualsiasi attività commerciale. Favara è diventata, piaccia o non piaccia, il punto di ritrovo della movida agrigentina, nissena, etc.” A parlare è il sindaco di Favara, Manganella, ma diversamente dal suo trionfalismo “piaccia o non piaccia” è il privato senza aiuti dalla politica che apre le attività e rilancia l’economia della città.
Cosa vuole dire con la sua esternazione “Nessuno quattro anni avrebbe scommesso un centesimo che il nostro territorio potesse avere uno sviluppo turistico”? E’ merito suo?
E’ la coraggiosa iniziativa dei privati che si inizia con Antonio Alba e continua con gli investitori di Piazza Cavour, del Corso principale sotto la spinta della Farm. Anzi il fenomeno costituisce un solenne schiaffo alla politica che da decenni annuncia, e solo questo fa, il rilancio del centro storico.
E nella foga di farsi vedere in giro sul trenino come a volere a tutti i costi appropriarsi di meriti che purtroppo questa amministrazione non ha, la politica lascia a terra proprio il privato.
“Noi recuperiamo e valorizziamo i luoghi – dice Antonio Moscato della Proloco – altri vanno in giro col treno turistico, senza nemmeno comunicarlo alla Proloco, cosi come addetti ai lavori. A Favara cu pigli un surcu è sò! Intanto, Mercoledì 90 studenti provenienti dall’alberghiero di Giarre, sono stati portati in visita e spiegato che Favara può essere un modello di sviluppo locale”.
Il trenino resta ovviamente una iniziativa di tutto rispetto “frutto di una convenzione – conclude Manganella – sottoscritta da me e dai fratelli Bellavia, con l’apporto dell’Ufficio Europa, diretto dall’architetto Giacomo Sorce. Una bella pagina della Favara che cambia e cresce”.
Il trenino senza tutto ciò che ha realizzato il privato non girerebbe per Favara, ché Bellavia non avrebbe turisti da trasportare. Bellavia è un altro coraggioso favarese che si convince ad investire sulla realtà costruita dai suoi concittadini.
La politica avrà i suoi meriti, tutti da cercare, mentre c’è la grande e coraggiosa iniziativa dei favaresi che è ben visibile e che la futura amministrazione dovrà tutelare e curare con maggiore attenzione.