Abbiamo ricevuto la lettera di Aido in merito al trasferimento di fra Giuseppe Maggiore, superiore del Convento dei frati minori di Favara, ad un’altra sede o missione. Trasferimento che dovrebbe avvenire tra qualche mese, forse ad Agosto o, addirittura, prima. Per quello che ne sappiamo la richiesta di andare via da Favara è dello stesso fra Giuseppe. Conoscendo fra Giuseppe so benissimo che non gradirà interferenze alcune sulla vicenda, ma non spetta a me censurare o mettere a tacere Aido o altri. Anzi, io sono tra i tanti che stimano l’amico di tutti con il saio e che lo vorrebbe sempre accanto.
C’è una povertà legata alla mancanza di soldi che per quanto difficile da risolvere si riesce a tamponare. Nessuno muore di fame. C’è un’altra povertà terribile e più spietata della prima, per la quale non basta allungare una mano e aspettare una moneta. E’ la povertà di affetti. Quella che ti fa vivere senza una carezza, una minima attenzione, un minimo di affetto. Fra Giuseppe si arrabbierà a morte e non mi perdonerà la mia libertà nel dire che il frate si è dedicato nello sfamare i poveri e nell’abbracciare le persone disperatamente sole. E’ stato accanto al letto degli ammalati negli ospedali. Ammalati terminali soli, senza una famiglia. Ogni moneta ha il dritto e il suo rovescio, così come le vicende umane. Ammirato, amato e stimato dalla stragrande maggioranza, qualche nemico è riuscito a farselo per il suo modo diretto di relazionarsi e a questi si aggiungono le malelingue per vocazione.
Tra i tantissimi che gli vogliono bene, Aido fa sapere attraverso la lettera che pubblichiamo integralmente che è accanto a fra Giuseppe e che lo vuole a Favara, dove c’è bisogno della sua opera, io mi aggiungo ad Aido e chissà quanti altri favaresi. E’ un tentativo per averlo ancora tra di noi, per il conforto e l’aiuto che riesce a dare alla collettività.
Franco Pullara
Ma ecco la lettera di Aido.
“Egregio Direttore,
con rammarico e delusione nello stesso tempo, vengo a conoscenza di un probabile trasferimento del nostro caro, mi vien da dire “concittadino” frate Giuseppe. Frate superiore del Convento favarese e responsabile della Tenda del Padre Abramo, riuscito ha farsi voler bene da tutta quanta la comunità, per il suo impegno tra la gente povera, bisognosa, capace di trasmettere la voglia di vivere a quanti ci siamo imbattuti nel suo modo naturale di porsi ai fedeli e bisognosi. Fra Giuseppe Maggiore, cercato e apprezzato da tutti, per il suo modo di essere amico, lascerebbe un vuoto incolmabile, non facile da coprire.
Sono tante le parole che potrei aggiungere sul frate, ma mi limito soltanto ricordare che ad andar via non sarebbe soltanto fra Giuseppe, bensì un amico dei deboli.
Con queste parole egregio Direttore, vorrei arrivare al cuore di chi ha in mano lo scegliere o meno il probabile trasferimento del nostro frate Giuseppe, attraverso il giornale. Chiedendo di rinnovare ancora una volta il mandato a restare tra i suoi “concittadini”…così mi vien da dire”.
Aido Favara