Potendosi fare una cosa per volta il Partito della Rifondazione Comunista e il Movimento “Favara per i Beni Comuni” chiede alla politica locale se è possibile smetterla con le polemiche e iniziare a curare gli interessi dei cittadini.
“In data 08 settembre 2016 il comune di Agrigento ha provveduto – si legge nel comunicato a firma di Antonio Palumbo – tramite avviso pubblico, a comunicare ai propri cittadini che è stato pubblicato il “Progetto di variazione territoriale tra i comuni di Agrigento, Aragona e Favara” approvato dal consiglio comunale in data 06.06.2016.
I cittadini vengono, altresì, informati della possibilità di presentare osservazioni nei trenta giorni successivi alla data di scadenza della pubblicazione.
Questo avviso è un atto importante nell’iter che ci porterà alla conclusione della decennale vicenda della rettifica dei confini”. Chiusa la premessa Rifondazione Comunista e Favara per i beni comuni inizia una serie di richieste rivolte all’amministrazione, alla sindaca e in generale alla politica locale. Richieste per meritano risposte e chiarimenti.
“Chiediamo all’amministrazione comunale, alla maggioranza consiliare, ai consiglieri ed ai partiti di opposizione se fosse possibile trovare, fra un’inutile lite sui social e una disputa su chi è qualitativamente migliore, un po’ di tempo per incominciare a fare gli interessi dei favaresi e, nel caso di specie, di quelli residenti ad Agrigento c.d. Cittadini di Favara Ovest.
Chiediamo un immediato interessamento alla vicenda, verificando se, come temiamo, il comune di Favara non abbia provveduto ad avvisare i cittadini come invece ha fatto il comune di Agrigento, chiediamo inoltre a che punto è l’iter burocratico e se sono stati fatti dal comune i passi necessari per velocizzarlo.
Vorremo ricordare, infine, alla Sindaca che qualche mese fa si era sbilanciata (non conoscendo evidentemente la materia) dichiarando che il referendum si sarebbe svolto entro il mese di Ottobre”.
Il comunicato stampa si chiude con un pesante dubbio. “Viene però da pensare che di questo passo, e andando dietro alle polemiche inutili, questo benedetto referendum non si svolgerà mai, non tanto, come si temeva in passato, per l’ostruzionismo dei comuni interessati all’accordo, ma per l’incapacità del nostro Ente ad attivare tutte le procedure ed i passi necessari”.