Non può passare per normale una distribuzione idrica con attese che superano anche i dieci giorni come accade a Favara e in altre città dell’agrigentino
L’acqua è poca? Vediamo se è davvero così.
Girgenti Acque, recentemente, ha fatto sapere che Siciliacque ha preannunciato una riduzione del 15% sulle quote idriche dagli acquedotti gestiti dalla Società di Sovrambito, tra questi Fanaco e Dissalata Gela-Licata, dai quali vengono approvvigionati la gran parte dei Comuni della Provincia di Agrigento, se dovesse perdurare la mancanza di piogge.
La stessa azienda di Marco Campione, già nel mese di Agosto scorso, aveva denunciato “impoverimento delle fonti idriche di propria competenza, ma anche dell’impossibilità, da parte della società di sovrambito Siciliacque di far fronte al fabbisogno a causa della mancanza di ulteriori risorse idriche oltre quelle già erogate”.
L’Azienda, fa appello anche al senso di responsabilità di tutti gli utenti nell’uso razionale dell’acqua evitando gli sprechi.
Il rituale è perfetto. Non c’è acqua sufficiente responsabile la mancanza di piogge, si invita l’utenza al risparmio, così la riduzione dell’approvvigionamento all’utenza ha la sua solida giustificazione. E’, ad ogni modo, un film già visto e rivisto.
Ora vediamo se davvero l’attuale situazione giustifica il peggioramento del servizio.
Il lago Castello ha oggi circa 6milioni di metri cubi d’acqua, il Fanaco 5,5milioni metri cubi, Leone 750mila metri cubi di prezioso liquido.
La capacità del lago Castello è di 22milioni metri cubi, del Fanaco è di 21milioni e del Leone di 4milioni di metri cubi.
Il periodo di fine Estate viene chiamato, dagli esperti del settore idrico, “periodo di magra”. In Estate sono pressoché assenti le precipitazioni atmosferiche, di contro elevato è il consumo idrico, quindi, non c’è nulla di preoccupante, almeno adesso tutto rientrerebbe nella normalità. Meno pioggia, più consumi determinano il calo del livello dell’acqua nei laghi.
La situazione che si vuole fare passare per allarmante, in realtà rientra, ripetiamo, nella normalità.
Negli anni ’90 durante l’emergenza idrica, l’acqua nell’invaso Castello era così poca che per pescarla è stato necessario montare le pompe su una sorta di zattera e spostarle al centro del lago. Altro che gli attuali sei milioni di metri cubi, nemmeno i tre invasi messi insieme arrivavano a tale scorta d’acqua.
Tornando all’oggi, c’è da sottolineare che Siciliacque parla di riduzione della fornitura solo se dovesse non piovere fino a Dicembre.
E allora perché si grida l’allarme e i turni di distribuzione si allungano?
Ciò che manca, responsabile la Regione Sicilia, sono le competenze, le professionalità e le reti idriche efficienti. I problemi non si risolvono principalmente perché, da un lato, non sanno dove mettere le mani e dall’altro perché a qualcuno potrebbe fare comodo non trovare le soluzioni definitive.
La politica incompetente condanna l’Isola e i siciliani, lo dimostra, restando nel settore idrico, la paradossale situazione che vede i gestori invitare, come è giusto che sia, l’utenza a risparmiare l’acqua, mentre nell’agrigentino circa il 50 per cento del prezioso liquido immesso nelle condotte idriche, veri e propri colabrodo, si perde lungo il loro percorso.