“Il sistema non si può mantenere con il sangue della povera gente”
Don Marco Damanti, parroco della chiesa dei Santi Pietro e Paolo, non si stanca. Non si arrende malgrado le non risposte delle istituzioni.
Giorno 25 Maggio scorso, ha scritto una lettera al Presidente della Repubblica e a scendere a tutte le autorità, fino ad arrivare alla sindaca di Favara, nella quale descrive nei dettagli il servizio idrico e il disagio della gente. Manco a dirlo, non ha ricevuto nessuna risposta. Ma il sacerdote, dicevamo, non si arrende e invita il presidente Crocetta nella sua parrocchia per un confronto.
“A Rosario Crocetta piace il confronto? Bene, noi siamo pronti – ci dice Don Marco – Noi siamo poveri e abbiamo seri problemi ad organizzarci per andare a Palermo, venga lei, caro presidente, a trovarci. Venga ad ascoltare direttamente chi amministra e non ha facile accesso all’acqua per i suoi elevati costi. Non possiamo, per la nostra povertà, pagare la tariffa più alta della Regione. E’ necessario affrontare il punto chiave del problema. La politica ha deciso di far pagare agli agrigentini 0,75 euro per metro cubo, a questo costo si devono aggiungere le spese per l’approvvigionamento ai Comuni e per la distribuzione all’utenza. Il risultato è la bolletta esosa. Il sistema non si può mantenere con il sangue della povera gente. E il bonus idrico non è la risposta al problema. Io invito la gente ad approfittare del bonus, 50 euro o qualcosa del genere. Signor Presidente, mi rivolgo direttamente a lei, ha mai parlato con persone disperate? Ha mai parlato con gente che si è indebitata per pagare le tasse? Sono uomini e donne stanchi e rassegnati. Bisogna cambiare il sistema, rendendo accessibile il bene acqua a tutti”.
Don Marco è un fiume in piena. Riesco a chiedergli se si rende conto che sta affrontando un gigante in un contesto collaudato nei decenni, quello del silenzio.
“Papa Francesco – continua – ha puntato l’indice sulla globalizzazione dell’indifferenza. L’indifferenza è il peggiore dei mali, che io lotto come sacerdote e come uomo. Insieme possiamo abbattere il muro dell’inaccessibile servizio idrico. Favara ha tra i suoi cittadini due deputati nazionali, Nino Bosco e Tonino Moscatt. Loro per primi hanno il dovere di parlare della problematica, di aiutarci. La parrocchia è aperta, aspetto anche loro. Mi rendo perfettamente conto di lottare contro un gigante e non mi fermo. Continuerò a dare voce ai cittadini. Non faccio il gioco del gigante stando zitto, lo metto in discussione. Non sono solo, sono il portavoce del Clero. C’è da una parte l’esigenza di alimentare il gigante e c’è dall’altra parte il popolo, la gente che non riesce più sopportarne i costi. Parliamone, affrontiamo il problema, facciamo tutto quello che c’è da fare per rendere accessibile a tutti il bene essenziale dell’acqua”.
Dal tono e dalle parole è chiaro che il parroco non si fermerà e continuerà per la sua strada. Sono convinto che non sarà da solo. Ha con lui il clero e la gente. Crocetta non risponderà all’invito? Poco importa.