“È strano che l’Assemblea sia stata convocata per decidere su una condanna e soltanto ex post ricercare le prove del reato!”
Girgenti acque replica senza perdere tempo sulla decisione dell’Ati, assunta ieri, di iniziare il percorso di rescissione del contratto per inadempienza.
“La verifica – precisa Girgenti acque – dell’adempimento delle attività di gestione del Servizio Idrico Integrato da parte del Gestore è uno specifico obbligo dell’Autorità d’Ambito, prima Ato oggi Ati, che finora è stato regolarmente svolto, com’è noto, prima dall’ATO composta dai Sindaci, poi da diversi Commissari “tecnici” che si sono succeduti alla guida dell’ATO, e che certamente non sono stati teneri con la Girgenti Acque. Dalla costituzione dell’ATI le competenze sono passate nuovamente ai Sindaci.
In tema di controlli si segnala a riguardo anche la verifica straordinaria operata dalla Commissione ispettiva Interassessoriale (Assessorato Regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità, Assessorato Regionale delle Attività Produttive e Assessorato Regionale del Territorio e Ambiente) che si è conclusa nel mese di febbraio 2017 senza alcun addebito al Gestore”.
Le affermazioni di Girgenti acque smentiscono clamorosamente l’Ati: i controlli ci sono stati e nulla è stato addebitato a Girgenti acque.
“In più, Girgenti Acque S.p.A. alla luce dei recenti provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria ha volontariamente richiesto, e sollecitato, all’ATI una ricognizione generale sugli impianti di depurazione gestiti dalla Società, sugli interventi di manutenzione eseguiti, nonché sul funzionamento del processo di depurazione, al fine verificare l’effettivo operato posto in essere dalla Girgenti Acque nel rispetto della convenzione di affidamento”.
I controlli ci sono stati, anzi, in alcuni casi li ha chiesti direttamente Girgenti acque.
“La riunione indetta dall’Ati, con l’obiettivo di avviare la procedura per la risoluzione contrattuale con il Gestore, parrebbe essere un pretesto per quei Comuni, inadempienti, che dovevano trasferire le reti idriche a Girgenti Acque, per come previsto dalla legge e dal recente pronunciamento della Corte Costituzionale, e che invece hanno arbitrariamente deciso di non ottemperare ai dettami normativi danneggiando l’intera collettività, privandola della risorsa idrica che per legge sarebbe dovuta essere distribuita tra tutti i Comuni del territorio”. Un attacco a muso duro ai Comuni che non hanno consegnato le reti che non ha precedenti per chiarezza e durezza.
E non manca il colpo di grazia “È strano che l’Assemblea sia stata convocata per decidere su una condanna e soltanto ex post ricercare le prove del reato!” Ed è davvero singolare emettere una condanna e decidere di produrre le prove dopo a Settembre, giusto il tempo per assemblarle, come se tutto fosse andato nei migliori dei modi in questi anni.
Girgenti acque chiude sventolando sotto il naso dell’Ati i possibili danni.
“Tale atteggiamento – chiude l’azienda di Girgenti acque – da parte dell’ATI non tiene, neanche minimamente, conto di tutti gli investimenti effettuati dal Gestore, ma, anzi, tende a paralizzare quegli investimenti pubblici che potrebbero finalmente far partire il rifacimento delle vetuste reti idriche e la realizzazione di nuovi depuratori per un miglioramento globale del servizio idrico integrato nell’intera Provincia di Agrigento”.
Un Ati maldestro, come lo può essere un’assemblea che ha componenti con diversi e contrapposti interessi. Comuni che hanno consegnato le reti idriche al gestore, altri che si sono rifiutati, Comuni ricchi d’acqua della zona montana e quelli della fascia costiera poveri, diversità di costo del bene e di approvvigionamento.
Si chiamava Ato (Ambito territoriale ottimale) poi hanno capito che era troppo grossa e hanno cambiato in Ati (Ambito territoriale idrico) che è meglio, hanno almeno nel chiamarsi salvato la forma.