Konsumer Sicilia: “Convenzione si, ma tra Comune di Favara e i Sette Cortili nel loro insieme”.
Non c’è stato uno schieramento di parti contrapposte con Farm da un lato e gli altri sul fronte opposto. Tutti, invece, si sono trovati d’accordo che Farm Cultural Park deve essere sostenuta, che ha necessità di reperire fondi e avere contributi per poter continuare nel grande lavoro fatto per Favara e per i favaresi.
Questo il quadro venuto fuori questa mattina durante l’incontro che le Commissioni consiliari hanno avuto con i proprietari di immobili, i gestori di attività commerciali e i fondatori di Farm per la questione convenzione. Secondo incontro, programmato dal consigliere Gero Castronovo e condiviso da tutti i consiglieri comunali di Favara, necessario soprattutto per sentire le ragioni di Farm i cui responsabili erano assenti nella precedente prima riunione.
I coniugi Florinda Saieva e Andrea Bartoli hanno confermato la bontà della convenzione e la necessità di far pagare un biglietto d’entrata, per contribuire alla sostenibilità economica del progetto Farm. Con loro anche l’avvocato Vincenzo Airò e l’editore di Medinova Antonio Liotta. “Convenzione che – ha ribadito il notaio – comunque non deve essere vista solo come una operazione legata allo “sbigliettamento” e quindi dal punto di vista economico, ma come una conquista, non solo di Farm, per snellire burocrazia e rapporti pubblico-privato”. Valore culturale, sociale ed anche economico che nessuno ha negato a Farm. Le differenti opinioni, semmai, sono state sull’opportunità o meno di fare pagare il biglietto per entrare ai Sette cortili; sul rapporto Farm proprietari di immobili, ma anche del rapporto Comune-Farm e quindi sulla convenzione “che non può essere – ha sostenuto Giuseppe Di Miceli di Konsumer Sicilia, delegato di diversi proprietari di immobili del Cortile Bentivegna – finalizzata e condivisa solo con Farm, ma semmai deve essere una convenzione tra Comune e Sette cortili, con pari dignità tra tutti gli attori presenti e interessati”.
Le ultime parole sono state “parliamone e incontriamoci” dove i soggetti sono Farm, i proprietari degli immobili, i titolari di attività commerciali e naturalmente l’associazione dei consumatori Konsumer. Praticamente saranno loro a trovare (se la troveranno, per come ci auguriamo tutti) la migliore soluzione che metta tutti d’accordo, e che, comunque, non releghi il Comune di Favara, Amministrazione e Consiglio comunale, come un mero osservatore ed accondiscendente delle decisioni dei privati. In considerazione anche del fatto, come ha detto Antonio Liottta, “che Farm va oltre i confini di Favara, essendo oramai un modello mondiale”.
L’incontro è stato aperto dal presidente Gero Castronovo che ha rimarcato il valore della Farm e il bene che ha portato a Favara, facendo poi anche un piccolo resoconto della riunione precedente. Aperto il dibattito la parola è andata a Giuseppe Di Miceli di Konsumer che ha spiegato di rappresentante di alcuni proprietari che hanno dato a lui mandato. “Per Konsumer non deve essere una convenzione tra Comune e Farm ma tra Comune e Sette Cortili nel suo insieme. Farm Cultural Park, infatti, è una parte importantissima ed essenziale, ma ci sono anche altri soggetti che hanno diritto di partecipazione perché attori protagonisti. La convenzione, in ragione di ciò, deve essere anche una regolamentazione dei rapporti con tutti i protagonisti. Bisogna trovare il giusto equilibrio e la giusta intesa per continuare a stare insieme, crescere e progredire. Per far ciò, ho detto subito ai miei iscritti che dobbiamo lasciare da parte i personalismi. E’ questa la dinamica che ci deve spingere per trovare il giusto equilibrio”. Di Miceli ha anche depositato due lettere di suoi assistiti: Vittoria Messina e Margherita Airò. La prima che evidenzia molte lamentele sulla convivenza con Farm, la seconda che avanza invece proposte di modifica della Convenzione. Konsumer, inoltre, chiede l’esenzione del biglietto a tutti i favaresi. Convenzione che comunque dovrà essere affrontata nel suo insieme, modificata e migliorata.
Pietro Patti, titolare di attività commerciale, ha auspicato che l’amministrazione comunale possa farsi carico di aiutare economicamente Farm e che non c’è scontro tra titolari di attività commerciali e Farm.
Leonardo Pitruzzella, titolare di Caffè Italia, ricorda che fin dal 2007 si è lavorato per incentivare il recupero e lo sviluppo del centro storico anche con l’abbattimento della Tosap. “Poi è arrivata l’eccezionale intuizione di Bartoli e Saieva con la nascita di Farm che ha avviato una rinascita e uno sviluppo che ha fatto e sta facendo rivivere e crescere Favara. Da questo si deve partire poiché credo che da nessuna parte ci devono essere e ci sono pregiudiziali per trovare una intesa che vada verso la giusta direzione, riconoscendo che Farm è una risorsa da sostenere da parte di tutti”.
Carmelo Sanfratello, capogruppo M5S, nel ribadire la bontà dell’iniziativa dei consiglieri che rappresenta la vera partecipazione dei cittadini verso le decisioni di chi è stato chiamato ad amministrare, ha confermato che “tutti noi siamo qui per garantire Farm per il suo grande valore senza dimenticare gli altri soggetti interessati”.
Leonardo Caramazza, consigliere M5S, dice che “come consiglieri siamo stati chiamati ad essere dei mediatori tra le parti che vuoi o non vuoi si sono venute a formare. Per cui dobbiamo cercare di trovare il giusto equilibrio e la giusta soluzione che si sposi con gli interessi di tutti”.
Antonio Liotta, editore Madinova, si dice contrario alle strumentazioni che sono nate contro la Farm. “Dobbiamo riconoscimento che Farm va oltre i confini di Favara essendo un modello mondiale preso ad esempio, studiato in prestigiose università. Bisogna fare un passo indietro per capire il valore di Farm da 8 posti letto nel 2008 siamo passai ai 150 di oggi, più un albergo a 4 stelle. Attività commerciali della ristorazione che sono nate e si sono sviluppate dopo la nascita di Farm che è il motore di tutto questo sviluppo e che ha dato a Favara un grande valore culturale e un posto di primo piano a livello mondiale. Cosa che ha fatto aumentare il valore degli immobili dei 7 cortili. Ma non solo valore economico e monetario ma grande valenza culturale. È necessario un Patto sociale tra la Città e Farm già riconosciuta come Bene Immateriale dalla Regione Siciliana. Farm ha un costo gestionale di circa 150 mila euro l’anno che grava solo su Farm e che invece adesso deve essere sostenuto con l’aiuto dell’Ente pubblico e dagli stessi cittadini favaresi con un Contributo di solidarietà. Ci deve essere un ruolo forte e visibile da parte di Amministrazione e Consiglio comunale che si fa promotore per ricercare tutte quelle forme di finanziamento per il sostentamento di Farm”.
Calogero Pirrera, vicepresidente del Consiglio comunale: “E’ nostra intenzione tutelare quello che di buono Favara produce come la Farm. Si devono anche garantire gli interessi di altri protagonisti che sono i proprietari degli immobili e sono sicuro che troveremo la giusta soluzione”.
Giovanni Sciabica, proprietario e gestore della pizzeria Bellamè. “Tutta Favara deve aiutare Farm poiché ci ha fatto crescere, tutti dobbiamo essere grati e riconoscenti e quindi dobbiamo trovare la giusta formula. Il pagamento non è però la migliore soluzione per cui bisogna trovare altre strade per finanziare Farm”.
Vincenzo Airò, avvocato di Farm: “Quello che all’inizio può sembrare un ostacolo poi può diventare una risorsa, come è stata l’isola pedonale in via Maqueda a Palermo. E può essere così per il pagamento del biglietto per entrare ai Sette Cortili. Farm deve essere sostenuta economicamente e la convenzione va in questa direzione e comunque può essere migliorata. Facciamo un tavolo conciliativo tra le parti per tutelare tutte le parti – ha detto – la convenzione ha un carattere innovativo e tutte le criticità sono sicuramente risolvibili. Farm ha creato anche un valore culturale che coinvolge tutta la città”.
Florinda Saieva, legale rappresentante di Farm. “Farm non è un dispositivo per denigrare i favaresi e noi, io e Andrea in giro per il mondo abbiamo sempre elogiato Favara e i favaresi. Riconosciamo un valore istituzionale a Farm? Quindi non trattiamola solo come una cosa privata e diamo gli strumenti per potere agire”.
Andrea Bartoli, fondatore di Farm: “Io sono riconoscere a Favara, la città dove ho trovato tutto e dove sto facendo crescere i miei figli. Ho trovato tanti amici e Favara sta in primo piano. Il valore di Farm non è solo quello che c’è dentro i 7 cortili ma quello che sta succedendo in tutta la città, perché sappiamo che Favara non è più quella che era prima. Questa crescita ci gratifica per lo sforzo fatto perché abbiamo deciso di mettere a disposizione molte nostre forze per Favara. Sono stati 7 anni bellissimi. Farm in questi anni è diventata una macchina enorme ed ha bisogno di investimenti umani oltre che materiali. Non tutti si sono resi conto di quello che abbiamo fatto e che stiamo facendo, ricevendo anche insulti, trovando ostacoli, conflitti più o meno forti che abbiamo cercato, non di vincere ma di superare, chiedendo quando era necessario anche scusa. I conflitti, anche questi che emergono oggi si devono superare. Oggi con la convenzione si porta avanti il rapporto tra Cittadini e Stato in genere è non solo Comune e Farm”. È una sfida per contribuire a far crescere una comunità e cambiare una burocrazia che non è in questa direzione. Noi abbiamo condiviso tutto e lo abbiamo messo a disposizione di tutti. Pensate che la scuola di architettura per bambini ha fatto il giro del mondo. La convenzione non è la soluzione. Firmata a giugno ci avrebbe consentito una certa sostenibilità per la stagione invernale. Se fatta ci aiuterà ma solo in parte, ma sarà un passo importante poichè va oltre il pagamento del biglietto, che comunque è necessario per un po’ di sostenibilità che Farm ha bisogno, ma anche per iniziare un rapporto nuovo con l’Ente pubblico e migliorare i rapporti pubblico-privato”.
A margine dell’articolo giornalistico avrei qualcosa da dire al Notaio e a quanti, come Lui, pensano che “Noi siamo contro Farm”, pensiero che Bartoli e altri non perdono occasione di esternare, come fatto anche stamattina durante la riunione in Sala Consiliare. Per NOI, ovvero la Redazione di SICILIAONPRESS, parlano gli articoli giornalistici, i servizi e gli approfondimenti; per Me in particolare anche quelli televisivi o le tante volte che ho ospitato Farm nel mio programma TARGET su TVA. Per noi vale la NOTIZIA che non è ne umorale e neanche di convenienza o di interesse politico o privato, ma è semplicemente la NOTIZIA, che può o meno piacere. Una cosa è certa, NOI non siamo CONTRO, nella speranza di ricevere lo stesso trattamento da parte degli altri. Inoltre abbiamo sempre distinto la Notizia dall’Opinione. E se permettete possiamo avere opinioni che sono diverse e che possono non collimare o essere completante opposte a quelle degli altri.
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