Ci si arrende davanti ad una calamità naturale, non certamente a fronte di un guasto sull’acquedotto del Voltano.
Negli anni ’80, l’assessore regionale ai lavori pubblici Sciangula spese miliardi di lire per interconnettere i sistemi idrici, all’epoca sembrarono soldi buttati al vento. Fu, durante la siccità del 2002, che salvarono l’utenza della fascia costiera della provincia di Agrigento attraverso le connessioni e manovrando le risorse idriche da un sistema all’altro.
Abbiamo vinto la siccità nel 2002 e ci siamo arresi nel 2017 ad un guasto sull’acquedotto del Voltano. Questa l’amara realtà. Ma di amarezza ce n’è una ancora più grave: l’eccessiva vulnerabilità dell’utenza favarese.
Ieri ho provato a chiedere a più amministratori quanta acqua arriva nella vasca comunale. Badate bene, il totale della fornitura giornaliera, non i litri al secondo, ché la differenza è significativa. Una cosa è dire, per fare un esempio, 60 litri al secondo perché il valore può essere riferito ad un particolare momento della giornata, cosa diversa e informazione completa è il dato riferito alle 24 ore. Bene! La mia domanda non ha avuto risposte, nel Palazzo nessuno conosce, per diretto controllo e senza starsi a fidare, la quantità di acqua giornaliera fornita dall’azienda di Campione alla città.
Ora, le gran menate sull’Ati e sulle competenze non giustificano la mancata conoscenza di processi che incidono sulla qualità di vita dei cittadini. L’amministratore deve sapere e allo stesso modo il dirigente comunale. Non può cercare le risposte all’ultimo momento a danno avvenuto, quando la gente esasperata inizia a protestare. Due sono le cose: o si governano gli avvenimenti o questi ultimi governano gli amministratori.
Che senso ha la diffida a Girgenti acque a babbo morto? La gente ha già subito il disagio. Ha fatto ricorso alle autobotti e ai bidoni dell’acqua. Io devo evitare la pugnalata, che faccio, dopo averla ricevuta, diffido l’altro a non continuare a pugnalarmi? Chi pagherà il disagio dell’utenza? Finemula!
Bisognava preoccuparsi e allarmarsi prima, sapendo che nella vasca comunale non arrivava l’acqua, ma nessuno sapeva. Dopo, ricorrere all’avvocato e alle diffide, lo sappiamo tutti, serve a nulla o quasi.
Adesso, muterà l’atteggiamento del Palazzo? Lo sapremo solo vivendo.