So perfettamente che la prima notizia attesa dai lettori è sulla partecipazione dei cittadini alla manifestazione di oggi. A mio parere, la partecipazione non è mancata ed è stata significativa. La piazza era piena, ma non strapiena. Presenti rappresentanze di altre città come Canicattì, Licata, Casteltermini, il dato più interessante è legato alla partecipazione di madri e padri di famiglia che solo un problema grave come il servizio idrico poteva portare in piazza.
Madri e padri di famiglia pienamente soddisfatti dagli interventi di Tony Licata, degli avvocati Bellomo, Bruccoleri e Di Miceli, di don Diego Acquisto e di don Marco Damanti, dei deputati regionali Margherita La Rocca Ruvolo e Carmelo Pullara e della sindaca di Favara, Anna Alba.
I cittadini “pretendono” essenzialmente due cose, innanzitutto, il costo basso del bene in modo da garantirne l’accesso a tutti e dopo l’acqua corrente.
Sull’acqua corrente possono aspettare perché si sono dati verso con i recipienti privati, sul costo dell’acqua le famiglie non possono rimediare. La soluzione spetta alla politica che deve interpretare i bisogni dei cittadini e tradurli in legge.
Negli interventi i rappresentanti delle associazioni hanno esposto le problematiche legate all’installazione dei contatori e le altre in generale su tutto il servizio idrico e come risolverle. La parte politica ha affrontato le grandi tematiche regionali sul costo dell’acqua. Margherita La Rocca Ruvolo e Carmelo Pullara hanno sottolineato la volontà del Governo Musumeci di aprire il libro dei costi del servizio e di rivedere, comunque, tutto il servizio alla luce anche della grave siccità che minaccia l’agricoltura e l’approvvigionamento idrico delle città. I due deputati si sono impegnati a restare accanto alle associazioni e ai cittadini nel sostenere e difendere i loro diritti.
Preziosa la presenza e preziosi gli interventi di due sacerdoti, don Diego Acquisto e don Marco Damanti, che conoscono, meglio di qualsiasi altro, i disagi e l’umiliazione dell’utente che non può sostenere i costi assurdi di un bene essenziale.
La manifestazione si è chiusa con l’intervento della sindaca di Favara, Anna Alba, che, in buona sintesi, ha saputo lanciare un messaggio chiaro a Girgenti acque e all’Ati, dicendo che i favaresi sono pronti ad onorare i loro doveri, ma che l’amministrazione comunale non è disponibile a tollerare il mancato rispetto dei diritti dei cittadini. In buona sostanza, il contatore idrico deve costituire un vantaggio rispetto al pagamento forfettario e non il contrario di ciò. Lo abbiamo aspettato per decenni convinti e persuasi dell’ingiustizia del forfettario e adesso il misuratore idrico non può passare per lo strumento che fa pagare sempre di più.
Il coordinamento Titano e le associazioni dei consumatori, dal canto loro, continueranno a scrivere le pagine della storia del servizio idrico.