Dietro la chiesa del Carmine, nel degradato centro storico un Angelo con il saio ha realizzato un avamposto di solidarietà e l’ha chiamata “Casa Betania”.
Nella storia che vi racconto non vi parlerò più di lei, ma della sua opera, perché non ama i riflettori e il centro della scena ed io ho un profondo rispetto verso la persona e la sua missione.
Nel degradato centro storico, la Provvidenza ha realizzato Casa Betania, un centro che appartiene al quartiere e a tutta la città. Passo dopo passo, prima l’acquisto di una abitazione e dopo i lavori per adattare gli ambienti allo scopo sociale. E’ la casa di tutti, dove si svolge il doposcuola, ci si incontra, ma principalmente si accoglie. Si distribuisce amore e servizio in un rapporto che mi piace definire scontato come può esserlo tra fratelli, tra genitori e figli. E una madre, un padre che accoglie i figli cura fino nei particolari la casa e, nello stesso tempo, si dispiace del degradato ambiente che circonda la sua abitazione.
Gli scatti pubblicati vi mostrano i luoghi intorno a Casa Betania che da soli la dicono lunga su quanto sia urgente intervenire per ridare il dovuto decoro al luogo. Senza disturbare la carità, è un obbligo per l’amministrazione comunale programmare interventi di bonifica e di manutenzione. Anna Alba, proprio questa mattina telefonicamente, ha promesso di attivarsi immediatamente e già ad inizio della settimana di incontrare alcuni imprenditori che sarebbero disponibili ad effettuare seppure piccoli lavori in forma assolutamente gratuita.
Le strade intorno Casa Betania devono essere ripristinate. Non si tratta di riqualificare un grande quartiere, ma ben poca cosa, due o tre stradine e nulla di più. E a proposito di riqualificazioni, fa rabbia pensare a quanti soldi si sono spesi per realizzare opere che mai la collettività ha avvertite come necessarie, al punto tale di non essersene mai appropriata e a causa di ciò oggi sono abbandonate, mentre non si sono effettuati i lavori veramente necessari. Lavori che avrebbero dato dignità ai luoghi e a chi ci vive.
Intanto, non basta la sindaca, Anna Alba, e la disponibilità di alcuni imprenditori, dobbiamo e vogliamo esserci anche noi favaresi, tutti. Tutti ad interessarci di Casa Betania, per farci del bene. Non ho sbagliato a scrivere… il bene lo facciamo a noi stessi, prima di farlo agli altri, eliminando un odioso divario che resiste da troppo tempo.