Ancora un atto sacrilego, un vandalismo incomprensibile che questa volta ha sfregiato la faccia della statua del Cristo che era stata inaugurata meno di un mese fa in via Saragat.
Un fenomeno che adesso si fa allarmante che va ad aggiungersi ad altri precedenti azioni che hanno visto sempre prese di mira statua di Cristo o di Santi collocate in varie punti della città da parte dei fedeli cittadine. La statua rotta questa notte era stata collocata nel pomeriggio del 17 febbraio scorso benedetta da padre Calogero Lo Bello alla presenza del Sindaco Anna Alba ed un nutrito gruppo di fedeli. Statua di Gesù, realizzata dall’artista Giuseppe Alba, posta in via Giuseppe Saragat nella nuova zona di espansione urbana. Gia prima dell’inaugurazione la Statua era stata sfregiata da ignoti, provocando non poca amarezza e delusione in città e soprattutto, tra i residenti della zona che l’hanno fortemente voluta, contribuendo di tasca propria all’acquisto dell’immagine sacra.
Il grave gesto sacrilego va ad aggiungersi a quello successo nei mesi scorsi nella villetta di via beneficenza Mendola dedicata a Padre Pio con la devastazione di alcune statue del santo di Pietrelcina. Ed ancora quello che è successo in maniera ripetuta alla Montagnè della Pace con la devastazione della statua del Cristo Redentore e della vicina statuetta della Madonna. Un’unica mano sacrilega finalizzata a chissà che cosa? Un preciso disegno criminoso o il gesto vandalico fine a se stesso per smaltire magari gli effetti dell’alcool? Comunque sia è il frutto di una mente malata alla quale bisogna porre subito un freno cercando di individuare l’autore o gli autori.
Agli atti sacrileghi e vandalici si devono aggiungere anche le scritte naziste e razziste che purtroppo ancora fanno bella mostra di loro in quelle strade, con le svastiche che nessuno ancora ha provveduto a togliere.
La riflessione di Don Marco Damanti: “La nostra città si sveglia con l’ennesimo atto di oltraggio e vigliaccheria. Questa statua non si trova alla Muntagne della Pace ma in una zona abitata e davanti a una strada. Chi commette questi atti va aiutato a curarsi, perché certamente non è normale. Penso che dobbiamo andare oltre, la nostra città vive di tanti disagi. Questo è un disagio e dobbiamo riflettere e intervenire. Il silenzio di un popolo è complicità. Dobbiamo vegliare sul nostro territorio perché siamo tutti corresponsabili.
Bisogna seguire i figli che facilmente non seguono modelli veri ma prodotti del momento. Come macchine omologate senza proprio pensiero e azione, dove regna la legge del più forte. Preghiamo ma agiamo. Mi appello alle istituzioni Civili e militari, mi appello al buon senso di tutti. La strafottenza è il peggior male che ricadrà su ognuno di noi. Dio ci perdoni e con il suo perdono possiamo ripartire per aiutare e sostenere chi non vive bene”.