Agli animali nelle loro stalle si da l’acqua ogni tre giorni, non agli uomini nelle loro case.
Cosa accadrebbe se domani l’utente agrigentino chiedesse il suo sacrosanto diritto all’acqua potabile con l’erogazione h24?
Accadrebbe, molto probabilmente, che Ati idrico e Girgenti acque garantirebbero, documentata, la potabilità della fornitura idrica. E così è. Ma ed il “ma” è grande quanto una montagna, i cittadini sono costretti ad utilizzare le vasche private di accumulo per sopperire alle turnazioni della distribuzione idrica. La vasca di accumulo è, nella stragrande maggioranza di casi, la causa principale della non potabilità. Cosicché l’agrigentino è costretto ad acquistare acqua minerale e a pagare per potabile una fornitura che arriva quando arriva.
E se, ad un certo punto, gli agrigentini direbbero basta ad un servizio inadeguato? Anche a questa domanda daremo una risposta. Io e i miei colleghi giornalisti abbiamo scritto migliaia di denunce sulla particolare problematica, non tralasciando nulla. A fronte di tanta produzione la politica è rimasta ferma. Anni per strappare il contratto con Girgenti acque, dal Dopoguerra ad oggi sono pochi i passi in avanti rispetto al raggiungimento di una erogazione h24. Pochi interessanti, concreti e utili investimenti per risolvere definitivamente la questione. In molti si sono arricchiti, mentre il servizio è costoso ed inadeguato in rapporto a costo qualità e in rapporto ai parametri europei.
Agli animali nelle loro stalle si da l’acqua ogni tre giorni, non agli uomini nelle loro case. Eppure, i “bollettini di guerra” di Girgenti acque che informano di guasti e di interruzioni di servizio non sono in grado di svegliare la politica, l’Ati idrico a trovare le soluzioni. La stampa ha fatto sempre la sua parte. Nel giro di pochi giorni due diversi guasti hanno interrotto la fornitura a Favara, chi ne ha parlato? Chi ha commentato i fatti?
La politica tace, e allora tiro la giacca del mio amico avvocato Giuseppe Di Miceli, un legale e un rappresentante di una associazione di consumatori. Chi meglio di lui che ha la duplice veste di avvocato e di difensore dei consumatori per fare valere i nostri diritti. E il diritto all’acqua potabile si ha eliminando le vasche di accumulo e, dunque, con la fornitura idrica h24, tutto il resto è noia.
Siamo ultimi in tutte le graduatorie nazionali sulla qualità della vita e, sono convinto che lo saremo sempre se non chiediamo il rispetto dei nostri diritti. Noi non siamo figli di un Dio minore, siamo cittadini italiani ed europei come lo sono i milanesi o i parigini. Provate a dare a questi ultimi l’acqua ogni tre e fino ad otto giorni, ma loro non sono gli ultimi in nessuna graduatoria.