L’aver dato voce a chi, rispettabili associazioni e cittadini, ha disapprovato il contento della delibera per la nuova toponomastica, è stato giudicato da parte del Palazzo come un “attacco” a dimostrazione del clima di odio instaurato dall’attuale politica locale figlia del caricare sugli altri il fallimento personale. Per quanto riguarda Peppe Moscato e Franco Pullara, specificatamente descritti come gli autori degli attacchi nella disposizione comunale per la convocazione della Commissione Toponomastica, ci limitiamo a sottolineare che il nostro ruolo è ben diverso e mira a cercare la migliore informazione attraverso le migliori fonti giornalistiche, come questa, sull’argomento toponomastica, del dottore Filippo Sciara, da molti anni componente dell’Officina di Studi Medievali di Palermo, che è una delle società storiche più accreditate d’Italia e del Direttivo della Società Nissena di Storia Patria che, tra quelle presenti oggi in Sicilia, rappresenta una delle più attive.
Noi continuiamo per la nostra strada e all’odio rispondiamo con una frase presa in prestito dal “Don Chisciotte della Mancia” di Miguel De Cervantes Saavedra: “Sancho Panza disse al suo padrone: signore, i cani sono scesi in strada e abbaiano contro di noi! Don Chisciotte gli rispose: no te preocupe! Lasciali latrare; vuol dire che stiamo camminando!”
F.P.
Ecco il parere del dottore Filippo Sciara:
Coscienti che occorre tutelare la storia toponomastica del territorio e avere cura che le nuove denominazioni rispettino l’identità storica e culturale, antica e moderna, della città, siamo del parere che bisogna offrire il proprio contributo e adoperarsi per meglio tutelare l’identità storica e culturale di un popolo.
Nella storia toponomastica di Favara sono stati commessi molti abusi nel tempo, da varie amministrazioni, che non curandosi minimamente del valore storico di un toponimo, lo hanno sostituito con un altro di recente acquisizione, di nessun valore per la storia cittadina, con gravissimo danno per l’identità culturale del nostro popolo. Tra tutti ricordo il cambiamento della toponomastica urbana, subito dopo l’Unità d’Italia che in un momento di grande entusiasmo risorgimentale, che ha avuto rigurgiti fino alla prima metà del Novecento, ha visto l’apparizione massiccia e sicuramente eccessiva e sproporzionata di ben 30 toponimi di contenuto risorgimentale italiano e piemontese che hanno letteralmente violentato il cuore del nostro centro storico, contribuendo non poco a cancellare le nostre radici storiche e culturali: piazze Cavour, Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Mazzini, fratelli Cairoli, Felice Cavallotti, della Libertà, della Vittoria e le vie Vittorio Emanuele II, re Umberto, regina Margherita, re Carlo Alberto, Risorgimento, Rosolino Pilo, Carlo Pisacane, Ciro Menotti, Ruggero Settimo, Goffredo Mameli, Luigi La Porta, Alfonso La Marmora, Isidoro la Lumia, Giuseppe La Farina, Michele Amari, Vincenzo Gioberti, fratelli Bandiera, Nino Bixio, Francesco De Sanctis, Francesco Crispi, Bettino Ricasoli, Calatafimi e infine dei Mille.
Senza volere assolutamente dissacrare il mito e l’epopea del nostro glorioso Risorgimento, dove numerose vittime si sono sacrificate per il bene della Patria, rileviamo che tutti questi toponimi sono stati imposti nel nostro centro storico con cancellazione di altri che recavano tracce significative della nostra storia locale. Registriamo, inoltre, in tempi a noi vicini, la presenza di toponimi, di strade cittadine, dedicati a personaggi locali, insignificanti e assolutamente privi di importanza storica, frutto di una politica gretta e provinciale che ha fatto, anche della titolazione di una via cittadina, un momento di clientela e favoritismo per raccattare voti politici.
Recentemente, l’attuale amministrazione del comune di Favara, guidata dalla sindaca Anna Alba, ha deliberato il verbale n. 16, dal titolo Provvedimenti in ordine alla toponomastica cittadina, in data 6-2-2020, con denominazione di nuovi toponimi da assegnare alle strade, già facenti parte del territorio di Agrigento ed oggi accorpate al centro urbano di Favara, in seguito alla variazione dei confini territoriali tra i due comuni, stabilita con legge regionale n. 25 del 14-12-2019.
Sulla stessa scia delle amministrazioni passate, rileviamo che il criterio di scelta adottato dalla Giunta comunale di Favara, per designare i nuovi toponimi, è stato quello del favoritismo clientelare. Basta analizzare i toponimi richiesti dai singoli cittadini e quelli scelti e deliberati dalla Giunta comunale, su proposta della commissione consiliare toponomastica, per rendersi conto che a prevalere sono stati solo alcuni dei nomi di personaggi locali, privi di qualsiasi valore storico – culturale e insignificanti da un punto di vista toponomastico, mentre molti altri (Favaresi che hanno combattuto come partigiani contro il nazi-fascismo e confinati politici perché antifascisti) sono stati incredibilmente tutti esclusi. Rileviamo inoltre che sono stati favoriti cantanti moderni sul cui valore storico – culturale ci sarebbe molto da discutere.
Rileviamo inoltre che il contenuto della delibera non risulta conforme con quanto previsto dal regolamento di toponomastica e numerazione civica adottato, con delibera n. 7 del 14-1-2013, dal comune di Favara.
Nella delibera n. 16 del 6-2-2020 troviamo scritto: «Visto il regolamento comunale di toponomastica e numerazione civica; Visto il verbale della Commissione consiliare toponomastica che ha esaminato ed elaborato una proposta di nomi relativi a personaggi illustri nazionali e favaresi, della cultura, della chiesa, della politica, e vittime della mafia, che si allega alla presente; che l’amministrazione comunale ha tenuto conto della proposta della Commissione Consiliare Toponomastica; Propone (il sindaco assessore proponente D.ssa Anna Alba) autorizzare l’Ufficio Statistica-Toponomastica alla collocazione delle relative tabelle viarie e all’assegnazione della numerazione civica; Dare atto che sul presente provvedimento è necessario acquisire l’autorizzazione del Prefetto, ai sensi dell’art. 1 legge 23 giugno 1927 n. 1188 […] La Giunta municipale visti i pareri favorevoli […] delibera di approvare la proposta di deliberazione di cui sopra […] dichiara la presente di immediata esecuzione».
Nel titolo III, del suddetto regolamento di toponomastica del comune di Favara, che detta i criteri per la denominazione di aree di circolazione, leggiamo: «(1) L’attribuzione dei nomi alle aree di circolazione deve essere effettuata secondo le norme di cui al regio decreto-legge 10 maggio 1923, n. 1158, convertito dalla legge 17 aprile 1925, n. 473, e alla legge 23 giugno 1927, n. 1188, in quanto applicabili; (4) Toponimi tradizionali formatisi spontaneamente nella tradizione orale ed esistenti nella memoria della comunità; (5) Uomini e/o donne della comunità di Favara che si sono contraddistinti nella vita sociale, nella politica, nelle professioni, nelle arti e nei mestieri; (6) Personaggi che nella storia, nella letteratura, nelle scienze ecc., hanno valorizzato il nome della Nazione o della Regione; (7) Uomini e/o donne dei quali è stato riconosciuto l’impegno istituzionale e civile nella lotta alla mafia e/o vittime del terrorismo; (8) Nell’attribuire la denominazione di un’area di circolazione occorre tenere presente che […] (a) per procedere, al cambiamento della denominazione di una strada già esistente, sarà necessario ottenere l’approvazione preventiva della Prefettura».
Confrontando i criteri previsti nel regolamento di toponomastica e quanto riportato nella delibera del 6 febbraio scorso, sembrerebbe tutto corrispondente, ma in realtà non è così: la biografia, allegata alla delibera, dei personaggi scelti dalla Commissione consiliare toponomastica, che dovrebbero essere illustri nazionali e favaresi, della cultura, della chiesa, della politica, e vittime della mafia e Uomini e/o donne della comunità di Favara che si sono contraddistinti nella vita sociale, nella politica, nelle professioni, nelle arti e nei mestieri, ai quali dedicare le nuove strade, è inesistente e si limita solo ad indicare la data di nascita, di morte e il mestiere svolto in vita. Viene anche riportata la persona che ha presentato la richiesta di titolazione al comune e in che data.
Si tratta di una delibera molto approssimativa e lacunosa, priva di documentazione che dimostri la validità culturale, in merito ai contenuti oggettivi dichiarati per i vari personaggi locali. Si tenga, inoltre, presente che nella pseudo – biografia dei vari personaggi, inseriti nella proposta dei toponimi, deliberata dal comune di Favara, sono stati commessi errori grossolani, di una incompetenza culturale da far vergognare anche chi legge: Masaccio (1401-1428) che è stato l’iniziatore della pittura del Rinascimento a Firenze, uno dei massimi pittori italiani del primo Quattrocento, è indicato come scrittore; Luigi Vanvitelli (1770-1777) che fu uno dei più grandi architetti italiani tra il barocco e il classicismo (suo capolavoro la reggia di Caserta che gareggia per grandiosità con quella francese di Versailles) è stato indicato come pittore; Giulio Caccini (1551-1618) che fu soprattutto compositore musicale, viene indicato come cantore; Umberto Boccioni (1882-1916) che fu soprattutto pittore, inventore del dinamismo plastico, è indicato come scultore; La figura del Dalai Lama, il cui titolo viene attribuito da secoli al supremo rappresentante della religione Buddista tibetana (In lingua tibetana, Lama significa maestro spirituale e Dalai, parola di origine mongola, indica l’oceano, quindi Dalai Lama si può tradurre come maestro oceanico [di saggezza]) è stato indicato come monaco tibetano; il toponimo Muntagnè, diminutivo di Muntagnedda, risulta usato impropriamente perché nella toponomastica storica del territorio di Favara indica il piccolo colle posto a est dell’aggregato urbano, detto anche Gibilitumminu, che deriva dalla lingua araba con significato di monte di un tumulo, da ciò quindi monte piccolo, ovvero Montagnella (il monte, dove sono collocati il Cristo e la Croce, sede di pellegrinaggi è la Montagna Caltafaraci); da ciò si deduce che il toponimo corretto sarebbe Montagna della Pace e non Muntagnè della pace.
Ci auguriamo che tutte le richieste di titolazione toponomastica accolte siano corredate da una biografia ricca di documentazione che dimostri quanto previsto dal regolamento di toponomastica comunale, cioè che si tratti realmente di persone illustri che si sono contraddistinti nella vita sociale, nella politica, nelle professioni, nelle arti e nei mestieri, in caso contrario si tratterebbe di persone insignificanti da un punto di vista storico-culturale e beneficiate solo per favoritismo clientelare ai fini politico-elettorali. Invitiamo la sindaca Anna Alba a smentirci in merito, rendendo noti a tutta la cittadinanza i fatti sociali, politici, nonché quelli accaduti nello svolgimento delle professioni, nelle arti e mestieri, che hanno reso illustri i personaggi locali accolti nella nuova toponomastica cittadina.
Aggiungiamo, infine, che la legge della titolazione della Toponomastica delle strade e piazze cittadine in Italia fa riferimento ad un articolo che viene considerato fondamentale. Si tratta dell’artico 1 della legge 23 giugno 1927 n. 1188, che così recita: «Vittorio Emanuele III per grazia di Dio e per volontà della Nazione re d’Italia. Il senato e la Camera dei deputati hanno approvato; Noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue: Art. 1 Nessuna denominazione può essere attribuita a nuove strade e piazze pubbliche senza l’autorizzazione del prefetto o del sottoprefetto, udito il parere della Regia deputazione di storia patria, o, dove questa manchi, della società storica del luogo o della Regione». Appare evidente che l’autorizzazione del Prefetto deve essere preventiva e non posticipata (come indicato nella delibera della Giunta comunale di Favara che viene detta immediatamente esecutiva), in merito alla nuova titolazione di strade e piazze, che si avvale del parere delle Società di Storia Patria presenti nel territorio. Nel 1927 si riconosceva già molta importanza alla Storia per approcciarsi alla toponomastica, che è essa stessa fonte di conoscenza storica. La figura dello storico è quindi di fondamentale importanza nella corretta designazione di nuovi toponimi.
Se qualche benpensante, per sminuire il tutto, volesse etichettarci come privo di titoli per avere esposto quanto sopradetto, portiamo a conoscenza che da molti anni facciamo parte dell’Officina di Studi Medievali di Palermo, che è una delle società storiche più accreditate d’Italia e del Direttivo della Società Nissena di Storia Patria che, tra quelle presenti oggi in Sicilia, rappresenta una delle più attive.
Alla luce di quanto sopraesposto invitiamo la sindaca di Favara, Anna Alba, a ritirare la delibera n. 16 del 6 febbraio, c. m., perché frutto di mediocrità culturale, offensiva per tutta la comunità.
Filippo Sciara