Da ore arrivano foto e storie legate all’inizio del nuovo servizio di raccolta.
Sono tante e tutte con lo stesso contenuto: i cumuli di rifiuti sono rimasti esattamente dove erano venerdì, sabato e domenica scorsa.
Tra le tante mi piace raccontarvene due, la prima di grande tristezza e la seconda con la giusta ironia, magari, per esorcizzare il problema.
“È una vergogna senza fine”. Ci scrive in un messaggio un lettore. “Ad oggi – continua – non hanno raccolto nulla dall’ultima segnalazione che ti avevo fatto. Una signora vicina di casa piangendo mi ha detto ..ma comu ama ffari?”. Oltre al messaggio mi invia lo scatto pubblicato.
“Piangendo, mi dice come dobbiamo fare?” I cittadini sono esasperati. Quale argomento può sancire meglio il fallimento della politica rispetto alla, particolare, domanda che, badate bene, non è sola la signora a porsela, ma sono quasi tutti i favaresi a ripetere: come dobbiamo fare?”. Ora dovrei iniziare ad entrare sui costi sempre più in aumento e della qualità sempre più in diminuzione, ma l’ho già fatto il un altro articolo e passo al secondo racconto.
Un barista questa mattina per aprire il suo esercizio ha dovuto lottare contro una barricata di rifiuti e di sporcizia che bloccavano l’ingresso. Scopa, olio di gomito e imprecazioni da tapparsi le orecchie per rendere accessibile il suo bar. Avrebbe strangolato con le proprie mani gli autori del conferimento, che dal canto loro non hanno tutte le responsabilità, non le hanno nella misura di uno sciopero annunciato lo stesso giorno dall’astensione del servizio.
Non si salvano i bar, così come le chiese o il cimitero. E’ necessario girare pagina. Saranno capaci i nostri eroi di invertire la rotta? Lo sapremo solo vivendo, noi cittadini, intanto, continuiamo a sperare.