Antonio Palumbo è un politico, non prestato alla politica come spesso si ascolta in una sorta di inutile giustificazione da parte di alcuni, così per tentare di guadagnarsi il favore dell’opinione pubblica. Ci sono buoni o pessimi politici, in prestito non esistono. E siccome è il tempo di utilizzare i termini giusti, il rifondato Palumbo è un politico, aggiungo stimato.
Il segretario provinciale di Rifondazione comunista rilancia una problematica sollevata dal nostro giornale che deve essere risolta senza se e senza ma in favore della collettività e dei lavoratori dipendenti del raggruppamento di imprese che gestisce il servizio di igiene ambientale.
“Mi trovo – scrive nella sua nota – d’accordo con la riflessione fatta da Franco Pullara, che nel suo editoriale “ Rifiuti, nelle città dove tutti pagano la tassa non ci sono discariche abusive”, proprio perché è quello che noi da sempre sosteniamo, chi paga non ha bisogno di andare in giro a sporcare la città”.
“Purtroppo in questi anni poco e male si è fatto per cercare di rimediare a questa “piaga”, anzi questa amministrazione con la strategia “ammuzzu”, ha di fatto peggiorato la percentuale di riscossione, preferendo colpire e tartassare chi già paga e lasciando tranquilli chi non paga o addirittura chi non ha mai pagato, che poi sono gli stessi che sporcano la città”.
“Si è persa un occasione importante con l’avvio del nuovo servizio, perché si poteva e si doveva agire diversamente”. E questo è un fatto di inaudita gravità, che se ripreso immediatamente può trovare ancora l’opportuna soluzione.
“Per i più quello che sta succedendo – dice Palumbo – era qualcosa di non prevedibile, qualcosa che sta trovando l’amministrazione totalmente impreparata, in realtà l’amministrazione sapeva benissimo o almeno avrebbe dovuto, che questo sistema, dove si ritira solo il rifiuto conferito negli appositi contenitori forniti dal comune, crea inevitabilmente discariche abusive in tutto il territorio, Agrigento che ha iniziato prima di noi e da anni ormai in guerra con questo fenomeno; ora mi chiedo e domando, ma non era il caso sulla scorta dell’esperienza fatta in altri comuni, predisporre le dovute contromisure? Non era il caso prima di iniziare con il nuovo sistema prevedere i dovuti controlli attraverso video sorveglianza mobile e fissa? Non era il caso di utilizzare l’avvio del nuovo sistema per censire seriamente tutte le utenze favaresi in modo da ridurre il numero di chi non paga e quindi di chi sporca? Se si è deciso di far gestire la “start up” direttamente alle ditte (aumentando tra le altre cose i costi), perché oltre che per le utenze non domestiche, non si è provveduto alla consegna porta a porta dei contenitori anche per quelle domestiche in modo da censire anche gli utenti sconosciuti?”
“Infine permettetemi di segnalare e denunciare quello che a mio modo di vedere è l’aspetto più grave dell’intera vicenda che è la gestione degli operatori ecologici.
Ogni giorno parliamo di disservizi, delle discariche, dell’incapacità dell’amministrazione, tutti ci lamentiamo degli scioperi dei Netturbini e ci lamentiamo delle conseguenze, ma quanti di noi si sono soffermati sulla tragedia umana vissuta da queste persone? Quanti di noi compreso gli attuali amministratori, sa cosa significa vivere con l’incertezza economica? Quanti sanno cosa significa lavorare e nonostante tutto non essere in grado di mettere 2/3 euro di benzina per andare a lavorare o andarci sapendo di non aver lasciato a casa neanche 10 euro per permettere ai familiari di andare a comprare il pane? Chi ha vissuto la mortificazione di lavorare e comunque essere costretti a chiedere piccoli prestiti per poter mangiare? Chi ha subito la mortificazione di sentirsi rifiutare l’indispensabile perché non si ha la certezza delle spettanze?”
“Allora oltre ai nostri sacrosanti diritti chiediamo che vengano tutelati i diritti e la dignità dei lavoratori che nonostante tutto continuano a svolgere il loro lavoro”.
“Chiudo facendo notare che l’amministrazione oltre a non essere in grado di far pagare chi non a mai pagato riesce a non far pagare neanche chi vuole pagare, perché ancora non sono arrivate le bollette a conguaglio per la TARI 2019? Perché ancora non si parla della prima rata per la TARI del 2020? Sono questi ritardi che peggiorano la situazione, sono queste incapacità che danno la botta di grazia al nostro paese”.
Antonio Palumbo fa la sua parte, noi la nostra nella speranza che altri si aggiungano in una energica civile ribellione, perché così non si può continuare.