L’amministrazione comunale nella vertenza non si è tirata indietro, ha aperto il cassetto e tirato fuori i soldi, adesso bisognerà aspettare la decisione del Raggruppamento d’imprese, datore di lavoro degli operatori ecologici.
Al terzo giorno di astensione dal lavoro ai netturbini arriva lo stipendio arretrato di un solo mese, quello di Marzo. I lavoratori, intanto, hanno detto a chiare lettere che sarebbero ritornati al lavoro solo a condizione di ricevere due mensilità arretrate e non una sola.
Il comune ha già inoltrato il mandato di pagamento alla banca, dicevamo, relativo al mese di Marzo, l’altra mensilità è legata all’approvazione da parte del Consiglio comunale delle variazioni di bilancio il cui iter richiederebbe alcune settimane di tempo. Dovrebbero a questo punto le ditte anticipare il pagamento ai loro dipendenti per poche settimane. A tal proposito, mentre scriviamo c’è una trattativa in corso tra i lavoratori e i loro datori di lavoro che se risolta positivamente determinerà la cessazione della protesta.
In una situazione strumentalmente resa confusa i danneggiati sono i netturbini che non ricevono lo stipendio e i cittadini virtuosi che pagano le tasse e subiscono i disagi di un servizio inadeguato e al momento interrotto.
La sindaca di Favara, in queste giornate di tensione, ha tentato tutte le strade percorribili per soddisfare le legittime esigenze degli operatori ecologici, ha cercato di reperire le somme riuscendo a pagare, immediatamente, una sola mensilità e ha posto le basi per saldare l’altra fattura.
Ritornando alla confusione generata ad arte, non si capisce come un datore di lavoro possa non pagare un suo dipendente giustificandosi con il dire di non avere a sua volta incassato dal creditore. E’ semplice fare impresa in questo modo, anzi potremmo improvvisarci tutti imprenditori in una sorta di paradiso che garantisce l’assenza del rischio d’impresa.