La notizia è che c’è un trentenne in gravissime difficoltà a rischio sopravvivenza per le sue pessime condizioni di salute e di vita.
Già in passato ci siamo occupati del caso e i favaresi, i parroci, la Caritas hanno fatto il possibile per aiutarlo, ma il problema si è ripresentato.
Trentenne, molto educato, peserà non più di quaranta chili, il diabete lo sta uccidendo, ha gli occhi rossi di sangue da fare paura, si alza e cammina per miracolo, la domenica sera si vede davanti al sagrato della chiesa San Giuseppe Artigiano di Favara, chiede l’elemosina.
E’ originario di Canicattì e il suo cognome farebbe pensare ad una delle famiglie più conosciute e benestanti di quella città. A Favara è arrivato con la madre deceduta da qualche anno. Possiederebbe una casa mal ridotta a Canicattì ed un’altra non in migliori condizioni a Favara.
E’ chiaro che non è in grado di provvedere a se stesso, lo evidenzia il fallimento di tanti interventi di generosi favaresi e delle associazioni che hanno provveduto a farlo ricoverare in un istituto religioso, prima, e dopo in una casa di riposo, ma dalle due strutture è andato via, inspiegabilmente, dopo alcuni mesi. Quasi sicuramente ha il reddito di cittadinanza, del quale nessuno sa bene quale ne è l’utilizzo.
Sta di fatto che sta in piedi per miracolo e rischia di morire in strada sotto gli occhi della gente.
Occorrerebbe l’intervento immediato delle istituzioni per ricoverarlo in ospedale e, intanto, curarlo per poi seguirlo nell’assistenza.
Non me ne voglia nessuno del paragone crudo e nudo, ci occupiamo, come è giusto, di animali in difficoltà e non li lasciamo morire, di questo giovane non possiamo ignorare lo stato di pericolo per la sua vita.
Dal canto nostro, facciamo denuncia giornalistica perché le amministrazioni comunali di Canicattì e di Favara e altre istituzioni interessate sappiano i fatti. E la notizia è che c’è un trentenne in gravissime difficoltà a rischio sopravvivenza per le sue pessime condizioni di salute.