Incontro, per caso, Peppe Arnone in piazza Cavour, incontralo e non parlare di politica e delle prossime elezioni amministrative e pressoché impossibile.
Peppe Arnone sarà, molto probabilmente, in corsa, quando non gli sono favorevoli molti aspetti. Lo conosco da molto tempo e so perfettamente che non si presterebbe mai a calarsi nel ruolo del burattino in mano al burattinaio. Non offre garanzia di sudditanza e , per non farla lunga, il carattere gli impedisce compromessi impopolari.
Sarebbe un ottimo candidato, con una significativa esperienza di consigliere comunale e di assessore, uomo di grande determinazione. Recentemente, è stato candidato alla Camera dei deputati nel collegio europeo, ha avuto un notevole risultato ma non ce l’ha fatta.
Sarebbe, dicevamo, un ottimo candidato, ma chi lo voterebbe, quando già i generali sono scesi in campo per organizzare gli eserciti? Si parla di liste già pronte in cerca del cavallo vincente. “Mio figlio è candidato al consiglio comunale” “Con chi?” Alla scontata domanda, la risposta è “Ancora non abbiamo deciso, vedremo chi è il più forte candidato a sindaco e…”.
E’ difficile cambiare quando le strategie per l’assalto al Palazzo non mutano, quando si fa la conta degli elettori di una famiglia per cercare di candidarne un componente a prescindere da tutto. Non è segnale di cambiamento l’assenza, tranne qualche eccezione, di un dibattito sulla città.
Mi faccio un’altra domanda: quanti a Favara diamo, io tra questi, il giusto valore al voto? Sulla risposta si gioca il futuro della città.