Oggi di presenza, per le restrizioni, quasi nulla è possibile, ma il telefono allunga la vita, recitava uno slogan pubblicitario, e accorcia le distanze anche quella tra noi e Giancarlo Alongi amministratore di Iseda, azienda capogruppo dell’Ati che gestisce il servizio di igiene ambientale a Favara.
Ad Alongi, adesso che il pagamento delle fatture da parte del Comune di Favara alle aziende si è messo in linea, abbiamo chiesto, quando sarà la volta delle aziende a mettersi in linea con l’erogazione di un servizio adeguato e migliore rispetto all’attuale scadente ed inaccettabile.
La risposta che viene fuori è “mai”.
In buona sostanza, il gestore del servizio addebita le responsabilità del degrado al Comune che non eserciterebbe i dovuti controlli sul territorio e non effettuerebbe le manutenzioni stradali vanificando il lavoro degli operatori ecologici. Alongi rivolta i termini della questione rispondendo alla nostra domanda con una sua domanda. “Ti risulta – ci chiede – che a Favara sia stato punito qualcuno per abbandono di rifiuti?” Risulta a tutti che paradossalmente a fronte di un fenomeno diffusissimo non c’è una minima risposta da parte di chi ha il dovere di vigilare sul territorio e reprimere l’errato comportamento di alcuni cittadini. Scrivevo in un altro articolo che a Favara è così diffuso il fenomeno che non individuarne gli autori è difficile come potrebbe esserlo lo scansare i moscerini correndo in macchina in piena estate a 200 chilometri all’ora.
Il comando del Vigili urbani, nel suo pianto antico, si difende affermando che il personale del Corpo è molto ridotto ed oggi, molto probabilmente, lo è davvero, mentre il problema è che la giustificazione non è solo di oggi, ma lo era ieri e l’altro ieri, per decenni.
Gli operatori ecologici, per quanto detto da Alongi, se raccolgono i rifiuti conferiti in modo scorretto non hanno tempo per eliminare le erbacce. Il rappresentante dell’Ati aggiunge anche che tagliare i cespugli risulterebbe un lavoro pressoché inutile se non vengono sigillati i marciapiede e senza le opportune manutenzioni stradali, terreno fertile, al momento, che permette l’immediata ricrescita del verde. “Il nostro lavoro – precisa Giancarlo Alongi – consiste nel tagliare e non nello sradicare i cespugli, quindi senza le opportune azioni di manutenzione nel giro di poco il diserbamento è vanificato”.
A fronte di un degrado inaccettabile le ditte che gestiscono il particolare servizio si tirano fuori e caricano ogni responsabilità alla città.
Manco a dirlo, l’analisi di Alongi è per certi versi inaccettabile e allora abbiamo chiesto se le aziende eseguono le verifiche sulla qualità del servizio. Alla domanda Giancarlo Alongi risponde nella qualità di amministratore di Iseda e non per conto del raggruppamento e per la sua azienda afferma che i controlli vengono effettuati regolarmente. Ma Favara è divisa in cinque zone e ognuna di esse è affidata ad una delle cinque ditte che gestiscono il servizio in città. Cosicché lo stesso servizio è destinato ad avere una qualità, qualora se ne possa parlare, diversa da zona a zona cittadina.
L’Ati, intanto, è in una botte di ferro e a fronte di qualsiasi contestazione da parte dell’amministrazione comunale sui disservizi, il raggruppamento risponderà sostenendo che mancano i controlli sul territorio e le opportune manutenzioni stradali. Gli altri attori si giustificheranno adducendo che il personale è in numero ridotto e non si possono effettuare i controlli sul territorio e le manutenzioni non possono essere eseguite per mancanza di risorse finanziarie… Il cane che si morde la coda.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti.