A distanza di circa un mese si ripresenta puntuale il problema per l’amministrazione comunale di trovare i soldi per pagare le fatture all’Associazione delle imprese che gestiscono il servizio di igiene ambientale. E per la serie non facciamo mancare nulla, pure la discarica Traina minaccia di chiudere i cancelli agli automezzi carichi di rifiuti di Favara se non verrà pagato, prima di subito, l’arretrato. Addirittura, domani stesso i cancelli potrebbero non aprirsi.
Questa è la situazione alla quale si aggiunge il ritardo dei trasferimenti finanziari della Regione che il Comune aspetta dalla scorso mese di dicembre e il mancato pagamento della Tari (la tassa sui rifiuti) da parte di moltissimi contribuenti. Non è facile amministrare, specie, nell’attuale periodo di grave crisi economia dovuta alla pandemia.
Sulla Tari va sottolineato, comunque, che una volta incassata, i soldi devono ritornare negli stessi cassetti del bilancio da dove sono stati prelevati, in via provvisoria, dall’amministrazione per saldare le fatture per i rifiuti, per le quali, ripetiamo, devono esclusivamente utilizzarsi gli incassi della Tari. In pratica, si fanno debiti, si incassa e si pagano, e si ritorna a fare altri debiti per saldare altre fatture. Al pareggio si arriverà solo quando i soldi dell’incasso della Tari riusciranno a coprire i costi del servizio di igiene ambientale.
Nel mese di dicembre, la sindaca, Anna Alba e l’assessore comunale al Bilancio, Maria Laura Maggiore riuscirono a pagare due fattura arretrate al gestore del servizio, pagamento che pose fine al prolungato sciopero dei netturbini.
L’assessore Maggiore, che abbiamo ascoltata telefonicamente, è convinta di scongiurare lo sciopero dei netturbini e la chiusura della discarica di Traina. E molto probabilmente, così come ha dimostrato in passato, riuscirà a spostare la problematica di un mese o due, quando per essere risolta definitivamente occorre, dicevamo, il regolare pagamento della Tari da parte dei contribuenti.
Si risolve nel provvisorio, quando la politica, non solo quella di Favara, dovrebbe impegnarsi nell’immediato a rivedere i contratti con le ditte e con le discariche e i relativi costi, e la Regione a definire un piano rifiuti in grado di tutelare l’ambiente e, anche, i contribuenti.