Per la serie non si finisce mai di meravigliarsi, nell’affrontare la vicenda dei necrologi nel Comune di Favara ci siamo accorti che oltre al diffuso abusivismo sulle affissioni c’è di più.
Ed è, a dir poco, paradossale che i consiglieri comunali che moltiplicano e sommano le commissioni anche per parlare del sesso degli angeli non abbiano fatto caso allo sfregio sul decoro della città e su altri aspetti capaci di accostare Favara ad una sorta di Repubblica delle banane.
In altre occasioni abbiamo raccontato del diffuso abusivismo che condanna la città al degrado con oltre 40mila manifesti all’anno, affissi in buona parte in spazi non autorizzati e non previsti dal Comune, nella perfetta complicità di quest’ultimo che non controlla e lascia fare.
Oggi la domanda che ci poniamo, alla luce dell’incontro sul particolare argomento di giovedì prossimo tra l’amministrazione comunale e le agenzie funebri e le tipografie, è: la tassa sulle affissioni degli annunci mortuari va pagata?
La tassa sulle affissioni dovrebbe essere composta da due voci, la prima dovrebbe essere il diritto fisso (Art. 19 D.Lgs n. 507/1993), mentre la seconda è l’imposta sulle pubbliche affissioni. Il primo riguarda l’esclusività della prestazione di affissione e “remunera” l’attività di affissione, la seconda è un’imposta, ad ogni effetto.
Ora dal momento che gli “annunci mortuari” sono affissioni privi di rilevanza economica, non hanno scopo di lucro, si arriva alla conclusione secondo cui non sussista il presupposto dell’imposta comunale sulla pubblicità (art. 3, comma 3, art. 5, comma 2 D. Lgs. 15 novembre 1993, n. 507 e Risol. Ministeriale n. 6126 del 28 settembre 1994, nonché Risol. Ministeriale prot. n. FC 15286-2000 del 10 luglio 2002).
Gli annunci mortuari rimangono, dunque, fuori dal campo di applicazione dell’imposta di pubblicità (art. 6, comma 2.bis al predetto D.Lgs. 15 novembre 1993, n. 507 quale modificato dall’art. 1, comma 480, lett. a) L. 30 dicembre 2004, n. 311), non avendo contenuti pubblicitari, mentre sono soggetti, attualmente nella misura della metà, al diritto sulle affissioni.
Nel regolamento sulle affissioni del Comune di Favara del 1994 l’articolo 31 prevede la riduzione del diritto per gli annunci mortuari. L’articolo recita purtroppo solo genericamente “La tariffa per il servizio delle pubbliche affissioni è ridotta alla metà”.
Mentre non è chiaro il regolamento, è chiara la legge che sottolinea l’obbligatorietà e, soprattutto, la liceità del diritto fisso sui necrologi murali, se e solo se, ovviamente, l’affissione sia curata ed effettuata dal servizio comunale o dal suo concessionario, in caso contrario detto diritto fisso non è dovuto.
A Favara, l’affissione è curata solo sulla carta dal Comune con proprio personale, quando in realtà provvedono direttamente le agenzie funebri, perché obbligate nei fatti dal momento che l’attacchino osserva gli orari d’ufficio, dalle sette alle quattordici di tutti i giorni esclusi sabato, domenica e festivi. La morte, dal canto suo, non osserva orari d’ufficio e le festività ed è per questo motivo che all’affissione provvede direttamente l’agenzia e non il Comune che, a questo punto, incasserebbe il non dovuto.
Noi abbiamo sollevato la questione che dovrebbe entrare, assieme all’affissione abusiva, nel dibattito di giovedì prossimo, se mai si farà. Mentre speriamo che la sonnolenta politica favarese si svegli dal letargo per affrontare e risolvere i problemi di Favara. Sarebbero gettoni di presenza benedetti dai cittadini.