Ieri, in un fuori programma, gli operatori ecologici hanno scritto la migliore pagina della Festa della legalità, sicuramente la più viva e reale. Si sono rivolti ai Carabinieri vero presidio di legalità nel territorio per affermare il loro diritto ad essere regolarmente retribuiti.
Ai Carabinieri si sono rivolti dopo aver bussato, per anni, a tutte le porte che avevano il dovere di aprirsi e risolvere il loro problema nell’immediato, che non è il semplice quasi miracoloso arrivo di trasferimenti finanziari al Comune per soluzioni tampone.
Oggi dovrebbero esserci, ma non ci sono, montagne di vertenze sindacali a carico dei datori di lavoro e altre provvedimenti amministrativi verso il Comune che non paga regolarmente le fatture delle imprese che gestiscono il servizio e, ancora, altre montagne di contestazioni da parte del Comune a carico delle imprese per la scarsa qualità dell’igiene pubblica a Favara.
Dovrebbero esserci tracce di legalità a fronte dell’umiliazione di madri e padri di famiglia che ricevono lo stipendio ogni 3 o 4 mesi e della mortificazione di cittadini che pur pagando le tasse, a fronte di una stragrande maggioranza che non paga, sono costretti a condividere moralmente il disagio di lavoratori non pagati e, altresì, di una città esclusa dalla normale erogazione di un servizio essenziale.
Tutto è stato reso difficile e complicato perché il nodo è rimasto per troppo tempo dentro i cassetti, preferendosi la soluzione del momento, pur sapendo che il problema si è sempre solo rinviato a danno degli operatori e dei cittadini virtuosi.
Adesso, finalmente, c’è una denuncia. Alcuni cittadini, nel pieno della Festa della legalità, hanno chiesto allo Stato, a quella parte di esso, che non media e applica, senza se e senza ma, le leggi, il rispetto del loro diritto ad essere regolarmente retribuiti. Si è iniziato un vero cammino di legalità che, seppure, non darà risposte immediate, consentirà di affermare quelle definitive a beneficio di tutti.
I favaresi, dal canto loro, invocano la legalità visibilmente sfregiata in città da abusi su abusi così numerosi che è impossibile escluderne la complicità delle istituzioni. Non si spiegherebbe altrimenti l’enorme patrimonio immobiliare quasi tutto realizzato abusivamente in decenni e tanto altro ancora.
La stessa Festa della Legalità si cala a Favara come se fosse la festa della pace in piena guerra. Ma la manifestazione trova le sue ottime ragioni proprio nell’invocazione cittadina al rispetto delle leggi, senza raggiri, prendendo ad esempio le donne e gli uomini che si sono immolati per l’affermazione dello Stato e dei suoi principi.