Molti lamentano il peggioramento del servizio dal momento dell’insediamento di Aica.
Lamentele e reclami affollano le pagine dei social, uno di questi un gruppo di Licata scrive al sindaco chiedendo le ragioni di un ritorno al passato, quando l’arrivo dell’acqua era un vero e proprio evento sul quale girava la programmazione della vita dei cittadini. “Per anni sembrava fosse stato risolto il problema che si sta ripresentando nella sua crudezza recentemente”.
Recentemente il servizio è passato alla gestione pubblica così come ha voluto la popolazione. Si stava meglio quando si stava peggio? A nessuno può essere consentito di speculare senza russura su un bene essenziale come è l’acqua che appartiene ai cittadini. Ed è di significativa importanza che oggi questo bene sia stato affidato alla gestione pubblica.
Nel 2007 Girgenti acque iniziò la sua attività senza debiti e dandosi subito da fare per incassare dall’utenza, senza perdere un solo istante nella lotta agli evasori e agli abusivi. Azienda solida godeva dell’affidabilità da parte di Siciliacque e di tutti gli imprenditori nel settore della manutenzione dlle reti idriche e fognarie.
Girgenti acque si doveva preoccupare di fare soldi e curare l’immagine aziendale mirando alla soddisfazione dell’utenza, ne più e ne meno di come fanno tutte le aziende che gestiscono i servizi pubblici. Su Girgenti acque doveva vigilare l’Ati idrico. Tutti conosciamo il triste epilogo della vicenda, sul fallimento della quale non può escludersi l’inadeguatezza della politica che doveva vigilare e impedire al loro nascere abusi e quant’altro.
Aica, diversamente da Girgenti acque, inizia con i debiti, con minori approvvigionamenti idrici e con tutti i problemi della precedente gestione. E’ un inizio tutto in salita, nel quale ogni attore sta svolgendo al meglio la sua parte. Il sindaco di Licata, Pino Galanti, ha ripetutamente alzato gli scudi contro Siciliacque per il mancato controllo sulla condotta che approvvigiona la città e che ha presenti innumerevoli allacci abusivi. Galanti scrive a Siciliacque, alla Regione e denuncia lo stato dell’arte alle Forze dell’ordine.
Per altri versi anche i sindaci di altre città e la stessa Aica non si girano i pollici a fronte delle problematiche, intanto, il servizio peggiora e le previsioni non sono di un futuro roseo.
I sindaci e Aica stanno tra l’utenza e il Governo regionale, i primi chiedono il diritto ad un adeguato servizio, mentre il secondo ha il dovere di assicurare a tutti i siciliani l’acqua. Ed è il Governo siciliano che deve rispondere alle istanze del sindaco di Licata, Pino Galanti, e a tutti i primi cittadini dell’agrigentino alle prese con il peggioramento del servizio. Deve rispondere e deve farlo subito se non si vuole iniziare un altro percorso verso un ulteriore fallimento.
Una per tutte, non è una positiva risposta il prestito agli già indebitati comuni dell’agrigentino.