Da quando esiste il mercato settimanale del venerdì a fine vendita per liberare il sito entrano in azione gli automezzi che raccolgono senza differenziare carta, cartone, plastica, metalli e altro per poi essere conferiti nella discarica dell’indifferenziato di Lercara.
Non si bada a spese in una paradossale situazione con i rifiuti, selezionati, che dovrebbero portare un ritorno economico ai contribuenti, invece, di finire nella discarica indifferenziata e pagarne il conferimento. Roba da pazzi.
Un fatto gravissimo a danno dei cittadini e dell’ambiente sollevato dal consigliere comunale Giuseppe Lentini che ha chiesto al sindaco conto e ragione.
Antonio Palumbo, sindaco di Favara, e il suo assessore, Lillo Attardo, dicono che già erano all’opera per organizzare la raccolta differenziata all’interno del mercato settimanale. Due comunicazioni sono in partenza all’indirizzo dei mercatisti e delle ditte che gestiscono la raccolta dei rifiuti; ai primi viene chiesto di conferire in modo differenziato e, allo stesso modo, ai secondi di raccogliere. Sembrerebbe un problema risolto, staremo a vedere.
Intanto, in nessun Comune accade un simile gravissimo fatto che comporta a danno dei cittadini una spesa assolutamente ingiustificata, poiché a fine mercato sul “campo” resterebbe, in buona parte, il cartone, la carta e la plastica degli imballaggi che nulla hanno a che fare con il rifiuto indifferenziato.
I contribuenti favaresi avrebbe pagato per anni un conferimento in discarica sbagliato a causa di una raccolta folle e per responsabilità di chi gestisce e amministra la cosa pubblica.
Quando si indica l’inciviltà di pochi come causa del maggiore costo del servizio, proprio l’amministrazione comunale, non l’attuale in particolare ché il fenomeno è datato, risulterebbe al primo posto nella triste vicenda con il maggiore errato conferimento derivante dal mercato del venerdì che non ha assolutamente pari. E’ tempo che a Favara si ribalti il concetto di “pagare tutti per pagare meno” con “il pagare meno per consentire a tutti di pagare”.