Nella Sicilia dello spreco del denaro pubblico accade anche il paradosso di non garantire le dovute spettanze ai lavoratori dei Consorzi di Bonifica che assicurano l’irrigazione e la ricchezza nel settore dell’agricoltura portante nell’economia dell’Isola.
Attualmente i dipendenti non percepiscono da ottobre 2021 l’indennità chilometrica interna per svolgere le mansioni con mezzi propri, cosa più grave, non percepiscono gli stipendi da marzo scorso. In particolare, 5 mensilità maturate più la 14esima.
I sindacati Cgil, Cisl e Uil nel documento conclusivo dell’Attivo Unitario Regionale dei Consorzi di Bonifica della Sicilia del 13 scorso hanno deciso di assicurare lo “svolgimento delle attività lavorative esclusivamente per le mansioni contrattualmente previste con conseguente blocco delle mansioni superiori”.
Di revocare “la disponibilità dell’utilizzo del mezzo personale per lo svolgimento dei servizi d’Istituto; il blocco degli straordinari; il blocco della reperibilità”.
È stata, inoltre, “programmata per il 28 giugno p.v. una giornata unitaria di protesta presso le Sedi delle Prefetture di ogni Consorzio, con richiesta di essere ricevuti; saranno coinvolti sia i lavoratori a tempo indeterminato che stagionali, per rappresentare la nostra posizione sulla vertenzialità e poter proseguire il percorso di protesta; le segreterie regionali unitariamente e d’intesa con i territori, a seguito delle della giornata di protesta programmata senza alcun esito, attiveranno le procedure di raffreddamento previste dalla normativa per la proclamazione dello sciopero”.
C’è da aggiungere la mancata stabilizzazione dei dipendenti che riduce la produttività dei Consorzi di Bonifica.
È chiaro che oltre ai lavoratori ad essere penalizzata è l’agricoltura, gli imprenditori del settore, i loro dipendenti e a cascata anche i cittadini consumatori.